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al testo di Giuliano Brenna
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Sulla vita di Proust molto è stato scritto, ed in modo anche mirabile, basti pensare alla monumentale biografia del Painter, ma sul lato sentimentale ed erotico del grande scrittore scende spesso un velo di imbarazzata freddezza.
Il Carter invece ne parla serenamente, e a volte anche con un po’ di spigliata ironia, soprattutto per quanto riguarda gli amori giovanili al liceo Condorcet, dove il giovane Marcel spesso si innamorava di qualche collega e lo corteggiava coprendolo di complicate missive nelle quali tentava di far capire all’amico del momento i suoi puri sentimenti pur non tralasciando le attrattive di qualche meno puro intrattenimento. Seguono poi gli amori più celebri, la prima cotta per Marie de Bernadaky che nel romanzo, presterà alcuni dei suoi tratti a Gilberte Swann, quello per Reynaldo Hahn, per il giovane Daudet, sino a quello tragico e burrascoso per il segretario-autista Agostinelli. Non mancano gli innamoramenti per dame più o meno titolate, ma ci appaiono come amori di “circostanza” dettati forse più da un interesse mondano che veri e propri struggimenti. In questa schietta analisi non manca uno sguardo sulle visite che Proust faceva alle case di tolleranza, dalla prima, quasi imbarazzante ed inconcludente fino a quelle più misteriose in bordelli maschili dei quali vi è una ampia descrizione nella Recherche nel famoso episodio della stanza 43. Molte delle relazioni e avventure sono poi state rese pubbliche da Proust nel corso della stesura della Recherche, ma, come al solito criptate, i personaggi cambiano nome, cambiano anche sesso e questo saggio ci aiuta a capire come sono successe in realtà; chi si cela dietro il nome Gilberte, per esempio o i tratti di varie persone che hanno contribuito alla nascita di Albertine. Un saggio ben scritto e molto godibile, dove si capisce perché per il Narratore della Recherche l’amore sia sovente doloroso, spesso i tratti di quest’ultimo sono modellati da Proust sulla sua stessa esistenza. |
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