LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Giuliano Brenna
I cani e i lupi

La Némirovsky, ebrea, nata in Russia e quindi emigrata in Francia, ci racconta la storia di Ada e dei suoi due cuginetti Ben ed Harry, quasi ci raccontasse di se stessa, i tre protagonisti della vicenda sono infatti ebrei nati in Russia ed emigrati in Francia.
Ada si affaccia al mondo dal basso, il padre è un povero ebreo che la porta con se per le strade gelate della città, nel continuo girovagare impostogli dalla sua professione di procacciatore d’affari. Presto però i giri in strada terminano con l’arrivo presso la famiglia di Ada della zia Raisa, rimasta vedova con due figlioli da sfamare, il più giovane dei quali, Ben, diventerà l’amico e compagno di giochi della fanciulla. L’altro cugino, invece vive sul versante opposto della società, Harry infatti è il rampollo della famiglia più illustre della città, egli vive nell’agio, protetto dai familiari, in modo che non sappia come vivono gli altri ebrei in città, quelli, e sono la maggioranza, meno fortunati. Un giorno Ada e Ben, messi in fuga dal loro quartiere dal Pogrom (persecuzione razziale), spinti dalla fame bussano e si intrufolano a casa di Harry, e qui la rivelazione, Ada si innamora non del lusso, del tepore della casa o del buon cibo che vi si mangia, ma proprio di Harry, con tutta sé stessa.
Dopo qualche tempo per motivi diversi, i tre si ritrovano a Parigi, Ada e Ben sempre a vivere di espedienti, Harry a condurre la vita agiata a cui è avvezzo. Sarà la caparbietà di Ada a far capire al ricco che esiste anche il mondo dei poveri in seno al quale albergano gli stessi sentimenti dell’alta società, resi forse più esasperati dalla disperazione. In questo modo Harry conoscerà ben presto l’amore di Ada, l’odio di Ben, nel frattempo diventato il marito della cugina, e il sapore amaro della polvere, diventando improvvisamente povero.
La Némirovsky, come dicevo all’inizio, tratteggiando i personaggi, dà loro alcuni suoi tratti peculiari, soprattutto ad Ada attribuisce un grande talento di pittrice, talento che ha la sua massima espressione nel dipingere scene di vita comune della società cui apparteneva in Russia. Anche l’autrice aveva il grande talento di descrivere la popolazione ebrea, ed il libro ne è la dimostrazione, e forse in Ada c’è molto di più di Irène di quanto non vi sia generalmente di ogni autore nei personaggi delle sue opere.
Nel romanzo la società ebraica è trattata con una certa asprezza, come solo un appartenente alla medesima estrazione può sapere e può permettersi di fare, la storia ci rende l’immagine di un popolo sempre in movimento, come da millenni, con regole implacabili al suo interno che rendono ciascun individuo capace di agire con la massima generosità e dolcezza sino alla più bieca crudeltà. I cani e i lupi del titolo, infatti, non sono due gruppi distinti, ma in tutta la narrazione gli uni tendono a trasformarsi negli altri. L’altro lato della società, quella non ebrea, invece viene velatamente accusata di antisemitismo, Harry, infatti, sebbene enormemente ricco e ben inserito nella società parigina, nel momento in cui chiede la mano di quella che diverrà sua moglie, incontra la fiera resistenza del padre di lei, per motivi squisitamente razziali.
Il finale che vede Ada esiliata ci appare come un sinistro presagio, sapendo come terminò la vita della scrittrice, la quale, forse per gettare anche su di un fatto tanto tragico una luce di speranza, fa nascere in questo frangente il figlio di Ada ed Harry. Nascita che nell’economia del libro sottolinea il fatto che l’esilio cui il destino ha condannato gli ebrei è anche la loro forza, ha dato loro la capacità di essere a casa dovunque il destino li porti. Il fatto che con la nascita del figlio Ada si senta finalmente padrona di se stessa ed abbia perso quella malinconia un po’ stralunata che l’ha accompgnata per quasi tutta la narrazione, significa che il suo destino si è compiuto, mettere al mondo un altro individuo, senza stare a pensare se sarà cane o lupo, tanto il confine tra i due gruppi è labile.
La scrittura della Némirovsky è molto piacevole, le descrizioni sono essenziali ma molto efficaci; le situazioni sono tratteggiate e cesellate con frasi eleganti, tanto da sembrare proprio gli acquarelli dipinti da Ada; quando la scrittrice descrive le opere della pittrice, con la loro vivace forza evocativa di un mondo abbandonato o che sta scomparendo, sembra quasi che voglia descrivere i suoi libri. A dare corpo a questa sensazione – ma col proverbiale senno di poi – si aggiungono la follia e l’orrore nazista che hanno lasciato dopo di loro solo ricordi, quali libri o disegni, di un mondo vivace, in cui, malgrado la lotta quotidiana per la sopravvivenza, tutti avevano il loro posto e l’opportunità di vivere sereni. La parabola compiuta dalle vite dei personaggi sembra, in scala ridotta, quasi profetica dell’esistenza dell’intero popolo ebraico europeo agli inizi del secolo scorso, quando per seguire le proprie ambizioni o i sentimenti ognuno poteva spostarsi liberamente, ma poi, una grande massa di odio ha polverizzato questo mondo, tranciando ogni legame sia tra le persone, sia di esse in rapporto coi luoghi. Inoltre in questo libro la Némirovsky affronta anche il tema dell’antisemitismo, generalmente non presente nelle sue altre opere, prima con le violenze in Russia, dove vediamo Ada e Ben costretti prima a chiudersi in un baule, e poi a fuggire per le strade. Successivamente ritroviamo l’odio e il pregiudizio razziale a Parigi, non per le strade, ma in seno ai membri delle famiglie più agiate, e questo è fortemente indicativo dello stato d’animo dei francesi nel periodo immediatamente precedente la pubblicazione del libro (1940) pochi mesi dopo la conversione al cattolicesimo della Némirovsky per cercare di salvare sé e la sua famiglia dalle persecuzioni razziali, ma ciò non servì a molto e gli eventi portarono nel 1942 la scrittrice a morire in un campo di concentramento: quello che sembrava un pacifico gruppo di cani si era trasformato in un famelico branco di lupi.
Questo libro oltre alla bellezza dell’opera in sé, ci mostra gli ultimi momenti di vita di una società antica e complessa, prima di venire spazzata via. Come gli acquarelli di Ada è destinato a rievocare nostalgia e ricordi in chi c’era e mostrare agli altri qualcosa scomparso per sempre.

 Laura Niolu - 24/09/2013 12:19:00 [ leggi altri commenti di Laura Niolu » ]

Ho letto anch’io questo romanzo, come tutti gli altri pubblicati dalla Némirovsky, che è un’autrice che amo tantissimo per la sua scrittura precisa, le immagini potenti efficaci che sa evocare, le descrizioni poetiche di Parigi sotto la pioggia persistente, per l’accurata analisi all’interno dell’animo dei personaggi, per le storie d’amore forti e sofferte, per la rappresentazione magistrale del male di vivere, riscontrato in particolare in "Due", come in altri suoi racconti.
Mi complimento con te per la tue recensioni dell’opera della Némirovsky, "Il ballo" in particolare. Sei abilissimo nel cogliere il punto focale, il cuore dei personaggi e dei temi analizzati dall’autrice, con una capacità di sintesi davvero ottima!

 juannesalvador - 18/06/2008 [ leggi altri commenti di juannesalvador » ]

E’ un’atto dovuto sulla povera Irene segnalare la lettura della
sua opera più importante titolata SUITE FRANCESE (Adelphi),
libro che la scrittrice diede un’epilogo diverso di come l’aveva
già delineato nei suoi appunti rintracciati di recente perchè
si ferma al periodo della sua deportazione e conseguente morte
avvenuta ad Auschiwtz nel 1942.Anche nella SUITE FRANCESE la Irene
descrive meticolosamente lo stato d’animo dei francesi ma anche dei
soldati tedeschi come persone in profondità.Lucile,il personaggio
chiave del racconto,a tratti è descritta quasi come sia lei la
Irene la vera protagonista ecc..ecc.ecc..E’ UN’AUTENTICO CAPOLAVORO!
Les chiens e les loups l’avevo letto in Francia dove la Irene è
stata riscoperta e oltre al rapporto sentimentale tra lei Cane ed il
cugino LUPO dei quartieri alti di Kiev,nel libro c’è una forte
denuncia tra una classe ebrea e l’altra benestante.
Infatti la scrittrice ne consigliava la lettura solo al mondo ebraico
come che fosse un problema interno alla loro comunità.Lo rileggerò
in Italiano ma ricordo che nell’ambiente ebraico il libro fece molto
scalpore per la sua massima lucidità nel descrivere i due ceti sociali,il muro gigantesco che separava i poveracci e i parvenus..

 Luisa - 26/05/2008 [ leggi altri commenti di Luisa » ]

La trama del libro sembra molto forte!

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato il tuo commento non andrà direttamente in pubblicazione ma passerà da una convalida della Redazione.
Quando avrai inviato il commento, riceverai una e-mail all'indirizzo che hai inserito nell'apposito campo sottostante contenente un collegamento (link) cliccando sul quale covaliderai il tuo commento che sarà pertanto letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, a insindacabile decisione della Redazione; potranno passare alcuni giorni dalla eventuale pubblicazione. Se il commento verrà pubblicato, allora sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.

Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.

Nominativo (obbligatorio):


Posta elettronica (obbligatoria):

DA LEGGERE PRIMA DELL'INVIO DI UN COMMENTO
Nessun utente può gestire i commenti pubblicati, solo LaRecherche.it può farlo.
La rimozione di un commento da parte di LaRecherche.it non equivale alla cancellazione dello stesso, il commento, in prima istanza, verrà tolto dalla pubblicazione e sarà cancellato soltanto se non costituirà possibile prova del venir meno al Regolamento, in ogni caso la sua cancellazione definitiva o meno è a discrezione di LaRecherche.it.
Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).

I tuoi dati saranno trattati solo per gestire la pubblicazione del commento. Per maggiori informazioni leggi l’Informativa privacy. Inviando il commento dichiaro di acconsentire all'Informativa privacy sul trattamento dei dati personali:

Acconsento Non acconsento