Stele di sole volevo coglierti da una sirena puntata al petto. Dalla trottola veloce dei miei passi, dentro un forcipe sottile di finestra. Vuoto campo d’inverno, spio il tintinnare dell’albero che non spiega la natura di altre paure, come ci attraversa un filo smarrito giù nella voce. Ma all’attico sali tra minuzie incantate e un nesso dove credi, vieni anche d’ombra -se la notte cammina nel giorno nel suo modo magnifico di nascondere gli occhi porta tutto qui e uno stiletto acuto da aprire il tutto e far piovere nuvole di lillà sui cuscini.
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