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al testo di Rita Stanzione
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Niente di definito si staglia sotto il cielo e lacrima il sensibile in allergie urbanizzate, aria che sposti e ti ritorna da miele di natura offesa. Più in là un radioso apice si apre meraviglioso e ignora il camminare sconvolto nell’imboccare un giorno e l’indomani uguale uguale ubbidiente ai semafori e tali avvertimenti che ci vorrebbe un mare libero e falcate da migratori. Ci vorrebbe il fermarsi tra le erme sagge e mute, fissare l’apice riempirlo di frammenti e tutte cose immateriali, azioni immaginate parole non ancora dette segni, bisogni, ma sì - anche la polvere di qualche sogno. |
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