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al testo di Robert Wasp Pirsig
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Che li sentiate o meno, io faccio versi. Per meglio dire: li emetto prima che vadano persi. Come un richiamo per l’allodola, il suono è falso che cola mentre invade la gola la disfluenza della parola che ad ora mi coinvolge in un drappello sonoro che pattuglia l’esempio per farne scempio. Non sto affermando che: “nell’ombra della rosa si colloca precisamente ciò che il seme aveva in mente”, ma è vero che la luce deforma il pavimento già dai punti di contatto con l’altare. Lì, mi lascia beatitudini rare: leggere.
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