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al testo di Robert Wasp Pirsig
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La secca manifesta la prossimità dell’approdo, e mente; non viene qual ora, come va accadendo che chiusi gli occhi al fresco lasci la voce inzuppata nel primitivo bevuto a notte fonda. Il corpo cricchia sul cardine del torpore. Orrendo come zuppo ancora di sonno temo essere d’acqua, ma più salato, meno squamato, uguale lungomare preso di petto e ripreso dai maloamen che mi finiscono dentro. Orrendo ad onta del letto in condizioni agitate emergo dalla salamoia tuttavia scrivo la calma secca.
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