LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Gian Piero Stefanoni
Poesie scritte camminando

Autore per il teatro, narratore, poeta qui alla sua seconda pubblicazione in poesia, Sandro Sacco ci regala in queste pagine un'apertura alla vita, e alla sua restituita forza e dignità di verso, scevra da intellettualistiche, pregiudiziali letture, come accade purtroppo ormai in buona parte della nostra poesia, pienamente affidata allora alla fede confidente in una favola che ci sa nuovi e unici sempre a partire dalle fenditure di stupore cui quotidianamente incontri, richiami nella fragilità delle figure e dei ricordi sanno in qualche modo evocare perché accolte nell'aderenza di luce che li rivela. Una poesia libera per questo anche da se stessa, dal suo autore in una sapienza di pronuncia che mentre si dice si annulla dilatando il lettore in una dimensione intima, dell'uomo e della donna raccontata nel sommovimento del cuore e del corpo, e insieme partecipante del mondo perché del mondo in ognuno, di ognuno ripetuto mistero e sostanza (sotto un Dio che "se ne sta seduto appena un po' più in alto"). Un naturalissimo, divertito eppure mai compiaciuto affabulatore potremmo definire Sacco, così innamorato di ogni esistenza, di ogni suo passaggio nell'aderenza carnalissima e sensuale dei suoi elementi, cui la parola si piega e si presta come nella cova in una nascita che moltiplica e riafferma la terra ("Stanno nei loro gusci/Le parole/Prima di nascere/Aspettano") nell'incontro tra i suoi ordinari e per questo così preziosi respiri e le infinite comprensioni di un qualcosa che nel superamento li trasfigura e colma. Terra attraversata nei testi davvero in lungo e in largo (dall'Africa al Giappone, dalle Americhe all'amata Parigi) e appresa nella forma della danza (più che camminando come da titolo) se nella danza movimenti e origini d'ognuno vanno a sciogliersi come in espanse gradazioni della lingua. Come nel caso del tango soprattutto nella dedica di più testi, dove l'inseguimento è dapprima spia e inseguimento dell'occhio prima che dei corpi, nel collante di passi cui ogni invito è una richiesta- e una sfida- nel sospeso riconoscimento delle anime. In realtà questo rituale corteggiamento delle forme, di uomini e donne, degli elementi come detto, ci sembra il motivo di spinta di un canto che sa attingere con originalità a lezioni diverse, sempre nella risonanza di un antico sguardo nella sua continua ricerca, quella della fede in un richiamo che non ci vuole soli nella detta incisione dei destini. Ragione per cui dunque accennavamo alla favola perché è nel favolistico intreccio di esistenze e approdi che anche una inceppata moderna visione di sé può esser sorgivamente ricomposta alle proprie formule di origine. Resta quella di Sacco infatti una parola che sa ricomporre fratture anche involontariamente nella semplice espressione delle tensioni. Per questo non ci sorprende apprendere del suo insegnamento a ex ragazzi soldato e a bambini di strada nella Repubblica democratica del Congo a teatralizzare le proprie strade, come anche le parole spese per lui da Elio Pecora nella prefazione a proposito di un "umano che si conosce e si esprime, si rappresenta come per una inattesa scoperta, che è insieme scoprimento e consegna". Ed è per questo, anche, che lo consigliamo e lo ringraziamo.

Nessun commento

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato il tuo commento non andrà direttamente in pubblicazione ma passerà da una convalida della Redazione.
Quando avrai inviato il commento, riceverai una e-mail all'indirizzo che hai inserito nell'apposito campo sottostante contenente un collegamento (link) cliccando sul quale covaliderai il tuo commento che sarà pertanto letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, a insindacabile decisione della Redazione; potranno passare alcuni giorni dalla eventuale pubblicazione. Se il commento verrà pubblicato, allora sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.

Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.

Nominativo (obbligatorio):


Posta elettronica (obbligatoria):

DA LEGGERE PRIMA DELL'INVIO DI UN COMMENTO
Nessun utente può gestire i commenti pubblicati, solo LaRecherche.it può farlo.
La rimozione di un commento da parte di LaRecherche.it non equivale alla cancellazione dello stesso, il commento, in prima istanza, verrà tolto dalla pubblicazione e sarà cancellato soltanto se non costituirà possibile prova del venir meno al Regolamento, in ogni caso la sua cancellazione definitiva o meno è a discrezione di LaRecherche.it.
Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).

I tuoi dati saranno trattati solo per gestire la pubblicazione del commento. Per maggiori informazioni leggi l’Informativa privacy. Inviando il commento dichiaro di acconsentire all'Informativa privacy sul trattamento dei dati personali:

Acconsento Non acconsento

Sito web ottimizzato a 800 x 600 pixel - webmaster e fotografie (Varie): Roberto Maggiani
Associazione culturale LaRecherche.it © 2007-2025 :: C.F. 97713520589
Mappa dei servizi | Regolamento | Privacy Policy | Cookie Policy | Donazioni