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al testo di Rosa Maria Cantatore
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corre nell’intervallo fra le maree il vento
urla il sole come lama tagliente implorante affiora uno sguardo è la fine dei sogni degli inganni soavi. ...
Dentro un’acqua - nera e profonda- s'agitano insonni i tormenti creature d'incubo
e di desiderio.
Un muto addio oh, un breve, muto addio li risucchiasse... ...
Incrostati di pallide muffe antri s’ergono battuti dai venti da flutti di mille tempeste
risuona nelle notti d'inverno il muggito del mare fra le pareti primordiali
e l'urlo di fantasmi senza nome. ...
Ruvido e tondo è il suo sguardo come luna nel cielo di luglio, insopportabile la barriera del suo cupo bagliore.
Nascerà in quel fondo d’abisso di pozzo infinito un mormorio d’aurora
l’applauso di un nuovo mattino? ...
Strisciano sotto un cielo di bronzo giorni senza luce senza battito profondo.
In assenza di vento ammaina le vele con un singulto violaceo la sera. ...
Resta, a volte, nella fessura di una palpebra il frammento di un astro
infinità di mondi e di clessidre capovolte raddrizzate impazzite
sciami d'attimi battiti intersiderali.
E’ saltata ormai la lotteria del Tempo
e più non torna il calcolo delle nubi e dei sassi e dei segni nel cielo e sull'acqua di morte paludi.
A vuoto girano i giorni. ...
Fra le mani ormai fogli sgualciti carte di vento (volano via e con sé trascinano la coscienza del segreto)
i castelli sull'altra riva i palazzi, i bastioni turriti sono solo magici inganni di una Fata Morgan annoiata.
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