Stono note picchiando il pianoforte graffi sulla pelle mentre attende piume pungoli sul vetro scalfitture della pioggia fiamme e gelo narrano di incontri dissolti tra nostalgia e rimpianto una crepa fiorita guarderò la luce dai candelotti appuntiti quando sarà tutto bianco il grigio asfalto. Poi non so se sarà Primavera. Forse al primo chiurlo rincorso tra i rami ignudi.
|
Dedalus
- 26/01/2021 20:56:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
Versi da cui emerge uno stato di instabilità che ci viene fatta percepire attraverso moduli inconsueti come se fossero passati attraverso uno spiraglio per una maggiore nitidezza. La lirica esterna con termini che metaforizzano, e questa è stata sempre la sua tendenza nel verseggiare, uno stato di malessere, un dileguarsi di aspettative, accompagnato dal grigiore dell’inverno; un grigiore che mette in dubbio il possibile anche ritorno di una primavera, primavera vista come speranze nel futuro "quando sarà tutto bianco il grigio asfalto/Poi non so se sarà Primavera", per poi aprire (anche se con un forse) quella fessura, da cui s’intravede tutto il gelo dell’anima, alla speranza, di cui dianzi, nell’ultimo verso "Forse al primo chiurlo rincorso tra i rami ignudi". Molto bella.
|
|
|