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al testo di Bocchino Rosario
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che ne sai di queste mani avanzate da tempo, di questi passi a clessidra a vendicare il mare messo di lato degli occhi cercati di mattina quando sfuggono come la sabbia confusa, della cera adattata alla luna che scrive di strade e di eternità comprata che ne sai di giorni portati a cantilena abbastanza lenti per continuare senza nome, di queste ante a misura di bagnato delle chiavi girate a vuoto mentre si domandano quanti sono i chilometri lasciati, di ogni luogo quando capita come l’aria sotto casa che ne sai di questo fiato evaporato addosso ai portoni, di finestre vissute a voce gridata e mai nate |
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