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al testo di Bocchino Rosario
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quando alla fine si resta per andare l’aria s’impara senza commozione tanto da fermarsi vicino al sale con l’acqua che si ferma in gola, che poi a spegnersi senza tregua basta qualche metro insieme agli altri e l’odore delle corse fatte in forse
come lo sguardo che si stringe appena prima che venga sera, per l’abitudine di un volto amaro proprio dove la fine è il mondo e le immagini sembrano farsi suore per un resto di ieri che consola
perché quando si sopravvive a tratti anche la pioggia è un modo per rimediare un’impronta, come il libro da riempire di pagine e la versione degli occhi che si aggiusta con fastidio per un po’ d’inchiostro tra le mani
alla fine si resiste amando lentamente in fila al lampione scolpito in fondo e ai passi indossati dopo cena, come il vento a cadere di ogni luogo a respirare in silenzio anche la terra andata per mare |
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