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al testo di Bocchino Rosario
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domani saremo lesti a sceglierci in coda, due o tre passi all’indietro e qualche mano a ricalcare un volo e poi via a cadere, irripetibili e discordanti, tra le due e le tre del pomeriggio, proprio mentre il sole è uno qualunque e il ricordo un’impresa di fogli, rami in preda al tremore giunti in fila e senza sposa come verdi rimpianti di un colore, e staremo sereni come fosse sera, con quell’aria tiepida e straniera annessi e distanti come la luna, veloci e stagnanti per svanire in processione a tutte le ore
poi oltre gli occhi il tempo di un albero sceglierà di starci di fronte -urlando per dire niente- e le foglie saranno tristemente lente passando sul vento come la vecchia voce di un istante, e anche le luci arriveranno a rimpicciolire la vista splendendo senza più sapore, e in fondo alle lacrime una finestra sul mare sarà per sedersi e appassire, proprio quel mare che alla fine ci stanerà come uccelli in sogno, liberi di volare senz’ali inseguendo il mondo e qualcosa di ieri |
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