non accadrà più nulla di straordinario un ponte fatto apposta per passare una parola secca, anche rimpiazzata, da mettere in tasca per l’indomani Insieme ad altre cose, come monete, involucri appallottolati Esattamente come le immagini affastellate da febbre violenta Su una linea del tempo a scorrimento rapido, così da entrare con tutte le esse Di essenza Tutto In una noce Che ne pensate, di essere una delle più belle storie di sempre Di fare qualunque cosa più vicino a questo posto Con le braccia di altri che avranno fatto i complimenti
|
Gil
- 09/02/2020 11:46:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
L’asciuttezza lirica del verso non degrada mai nel prosastico ovvero v’è un’accuratezza di costruzione, pure nel suo divenire tensione di ricerca, che custodisce il dirsi poetico. Qui di contenuto c’è, come in altre tue, una pregnanza d’umanesimo, in fondo un invito alla bellezza, figli o liberti ereditanti di altre "braccia di altri che/avranno fatto i complimenti.
Comprenderla vuol dire "tradurla" ma, forse, non è il primo bisogno della lettura poetica.
|
walter mereu
- 07/02/2020 22:31:00
[ leggi altri commenti di walter mereu » ]
non sono sicuro di aver compreso quello che volevi dire. Forse che il mondo e le cose, gli oggetti che lo compongono, le parole che tentano di esprimerlo, tutto questo, insomma, sta via via perdendo spessore e significato e potrebbe stare "tutto in una noce"? Ma a chi appartengono le braccia e i complimenti?
|
|
|