si va in scena con pochi soldi mentre si colorano dell’iride le buche in secca e certune danno sentore di piscio a mente le formule e i legami ionici di chimica dell’università per fortuna, distraggono i balzi delle cavallette mezzo riff e una voce argentina la fronte livida dei destri della primavera passata code di automezzi hanno fatto il contropelo a un avvio d’erba sul ciglio della strada al primo litigio di vento, questa margherita fai girare tra le dita, quanta voglia hai di volare dai contorni appena nati alle ombre di quei cipressi altissimi un silenzio là; non si sa se è figlio di oggi o di domani le onde si arricciano e muoiono e io, senti? c’è un cielo di tortore
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