deve investire la sfera del personale andare in pellegrinaggio alla mano una legenda di simboli e credenziali uno zaino preso in prestito da un figlio fermo vincitore di tappe tra cui l’altrove l’altrove non c’è verso di smuoverlo dalla serie delle parole infinite, e perciò vale poco o non vale affatto per intenderci: sono parole che neanche fanno atmosfera
per andar di tempo, tra il muro alle spalle e quello di fronte, c’è sempre da gettare lo sguardo in cerca di fortuna o di guai; è come lo si poteva immaginare, perché non c’è nessun posto libero nel cuore: i posti sono occupati da sempre; ad esempio, dato un occhio all’isola pedonale, forse come getta il passo, o come espone il braccio al taglio di sole un che di familiare o troppo alieno, come il riconoscimento di un cadavere e prima avresti giurato che quel posto al mondo non c’era
|
|
Fausto Torre
- 27/07/2021 11:51:00
[ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]
sincopelogia è bellissimo. Quando scrivo così, so già che solo tu saprai leggere esattamente (proprio esattamente) come ho scritto. Senza nulla togliere a nessun altro: ognuno legge a proprio modo. È una scrittura che mi affascina, forse per la sua natura difficile da far maturare: rimane spesso acerba, e rumina anche, spesso molto poco convincente. Nel panorama italiano credo ci sia solo tu, per cui trovo piacere a scrivere cose come questa.
|
|
Ferdinando Giordano
- 27/07/2021 10:47:00
[ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]
Cè questa meravigliosa "sincopelogia" (lho appena inventata - e guai a chi me la tocca!) che regala una ritmica groove per cui sembra che ogni immagine scavi un solco, che ogni solco abbia un seminato diverso e che il seminato sia una varietà autoctona non ogm: difficilissimo per chi pratica questarte (e lo dico scopiazzando da par mio). Grazie, sempre.
|
|
|