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al testo di SilviaDeAngeliss
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Marta ha appena terminato il corso di dizione, per eliminare le sue inflessioni dialettali ed è davvero euforica perché ha ottenuto un ottimo punteggio all’esame. Ha una bella presenza, e ha già fatto piccole parti come comparsa in qualche film notevole, ma sta aspettando un’occasione importante, per farsi conoscere e diventare un’artista di rilievo. I produttori e i registi ormai la conoscono e la donna spera, in cuor suo, di ricevere una proposta allettante che le permetta, finalmente, di “svoltare” nel settore desiderato. In un gelido giorno d’inverno, squilla il suo telefonino, e Giorgio, un amico della ragazza, le comunica che agli studi di Cinecittà stanno facendo dei provini per un film storico, alla ricerca d’una affascinante protagonista femminile. Marta non se lo fa ripetere due volte, e dopo essersi truccata accuratamente, e vestita in modo appariscente si reca a Cinecittà per vedere se riesce a inserirsi fra le ragazze in lizza per la parte. Le viene consegnato un breve copione che dovrà recitare, indossando un costume d’epoca. I giorni trascorrono e la ragazza spera che il suo provino sia andato bene. Infatti, di lì a poco, viene convocata presso gli uffici cinematografici e le viene fatta un’ottima proposta di lavoro. Le riprese del film verranno fatte nel Marocco del Sud, a Quarzazate, una località alle porte del deserto, attrezzata per questo tipo di riprese. Naturalmente Marta accetta quest’allettante proposta e, bagagli alla mano, insieme alla troupe cinematografica, sale sull’aereo che la condurrà in Africa. Il clima è molto caldo, e la ragazza munita di occhiali molto scuri, per evitare il forte riverbero del sole sale, insieme agli altri su una maxi jeep, che la condurrà a Quarzazate, al centro del deserto. Il panorama è spettacolare e la città è una meravigliosa “bomboniera” che si erge fra le dune desolate. Ciò trasmette un particolare e indicibile fascino, che fa quasi accapponare la pelle per la sua maestà. Arrivati a destinazione, i tecnici montano delle robuste tende (haima), che proteggeranno dal vento, e dal freddo della notte, assai pungente in queste località. Iniziano le riprese del film, e la nostra Marta è davvero euforica e preparatissima, nella parte che le compete. Ha anche un rapporto cordiale con gli altri attori e con tutti i membri del gruppo artistico. Un giorno, dopo essere stata parecchie ore sul set del film, decide di fare due passi nei dintorni, per distrarsi un attimo, e riprendere fiato. Cammina su quelle distese sabbiose apprezzando la magia di quelle terre isolate, e incontaminate, e pensa che, abituata al frastuono della metropoli, sta veramente donando un grande sollievo al suo udito e ai suoi polmoni, che respirano un’aria purissima. Ma Marta presa dai suoi pensieri, non si è resa conto di essersi allontanata troppo “dalla base” e in un attimo, comprende di aver perso l’orientamento e di trovarsi isolata in una infinita distesa, ove è impossibile ritrovare la strada di ritorno. Cerca di rimanere calma e continua a camminare nel senso che le sembra più logico, ma il tempo passa, e il sole inizia a scaldare di meno, e ad eclissarsi dietro le dune. Improvvisamente la donna sente uno scalpitio avvicinarsi e intravede un uomo sopra un cammello. Questi chiede a Marta cosa faccia da sola in quelle lande, e lei le spiega di essersi persa. I due fanno amicizia. Lui si chiama Assil ed è un egiziano, che lavora le pelli di pecora in Marocco. Assil, visto che la tenebra si avvicina monta un’haima, in cui i due potranno ripararsi dal gelo della notte. Ha anche delle coperte che li riscalderanno. Assil è un bellissimo ragazzo dalla pelle ambrata, i capelli neri e gli occhi azzurri e la donna, anche se non se ne rende conto, è molto attratta dal suo fare, ma anche da quella imprevista situazione, che le sembra una magica fiaba. Il cielo è diventato nero petrolio, e Assil dalla sua bisaccia estrae tajin, carne, verdure e thè alla menta per poter riempire, al meglio, lo stomaco. Dopo qualche battuta divertente e qualche storia sul loro passato, i due prendono sonno, coccolati dal silenzio e da un buio pesto. All’ alba del nuovo giorno i nostri personaggi riprendono la strada sul cammello, chiacchierando animosamente….ma ecco che d’improvviso , vengono attaccati da una banda di malviventi marocchini. Con violenza rubano la bisaccia di Assan e rapiscono la ragazza. A questa viene messo un cappuccio, e trasportata via, a bordo di cavalli e Assil viene privato del suo cammello, che si allontana a passo lesto tra le dune. Marta disperata, cerca di dinoccolarsi, ma è legata e imbavagliata e i malviventi giunti presso Quarzazate la gettano in un buio scantinato. Le inferriate della finestra sono alte, ma la donna agile e allenata, con un balzo le raggiunge e, infilandosi fra una sbarra e l’altra, con la sua magrezza, riesce a fuggire. Corre disperatamente per i vicoli della città, alla ricerca di qualcuno che possa darle manforte, ma intravisto uno dei suoi rapitori, si infila in un cortile, cercando di passare inosservata. Una donna la chiama e le dice di seguirla. Conduce la ragazza in una specie di bazar, con pareti ornate di quadri coloratissimi e antichi. La signora dice di chiamarsi Ashana e di essere una strega, cui sono stati tramandati dei poteri speciali dai suoi antenati. Ashana dice a Marta che se le donerà il particolare ciondolo, che la ragazza porta al collo, con un incantesimo, la farà tornare presso la troupe cinematografica. La ragazza accetta di buon grado lo scambio, perché è davvero esausta. Infatti dopo un breve lasso di tempo, la ragazza si trova presso il villaggio provvisorio costruito dai tecnici cinematografici. Marta si avvicina al produttore, il quale sbigottito chiede alla ragazza chi sia e cosa faccia lì nel deserto……. @Silvia De Angelis
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