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al testo di Roberto Maggiani
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dieci leghe e una chiesa che la riassume :è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza {quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata} (scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale*(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera) infine il giardino*→ è il mio cerchio ristretto
*sono troppe… troppe le creature che lì risiedono quando passeggio nei miei passi le vedo e giro in tondo nel giardinotutt’intorno le osservo la campanella non suona non arriva il postino con il mio altrove :il sogno che attendo è già di un altro suona suona suona ma non suona… non suona non suona non suona suona-sosta e suona-sopra guarda sopra sososososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione
allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****
+ !zitto!
ok! ora mi siedo sul mio sedere [sedendo senza pensare…
…ché pensare potrebbe introdurre il male quello speciale che mi fa pensare {troppo a vuoto senza conclusione [dove concludono i pensieri? delle cose vedo le forme / di loro-pensieri no] neppure le parole a cui mi(li) affido hanno forme rigide a sufficienza da intrappolare i pensieri-miei-disarticolati pensieri miei disarticolati pensierini miei…}
proprio non riesco a credere a questo male
che sì ha preso la zia*{l’ha squartata e portata altrove-da-dove-attendo il postino che non suona non suona non suona sosososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione
allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****
+ !ssshhh!
}*e il sale nella zucca di molti fratelli non ho fratelli che io possa condannare genitori né genitori che io non voglia ora baciare qui nella mezzanotte nel profumo di lavanda e bergamotto {ma se li pensom’illudo : nessuno di loro è qui né so quando lo saranno} penso ai miei passi in giardino tra le camelie le piante magiche e il sorgere delle loro sembianze nella mia mente…
ho una questione da mettere in salvo
mi manca[tanto]la poesia che ha le parole giuste per il mio cuore {quella che vive dentro al mio cuore e non alla mia mente↓ ↓solo questa tu lettore medio[cre] capisci↓
La sera giunge lieta tra le campagne si accende il silenzio dei passeri e dei merli poi tutto si distende e sommerge il paese una rarefatta nostalgia di giorni d’infanzia quando la Vivonne sorseggiava dai prati la propria verzura e i salici si allungavano a disegnare nelle sue acque correnti rette infinite che il mio sguardo inseguiva
}salgo le scale salendo sui miei passi penso sul mio pensiero sperando che non ceda
{il treno risveglia il fantasma nella-lanterna vedo da ø qui le piante magiche
:il luogo liturgico del piacere :la bouganville m’incanta : stomp stomp stomp splat splat splat≈ ≈arrivo arrivo arrivo …………………… ce la faccio sempre ah sempre ah ora! allungo-allungo ritardando il momento d» perché vorrei che non finisse quel pungolo che non arrivassequell’afrore che disdegno e nascondo↓ ora qui getto il rifiuto – ieri nella Vivonne… i pesci ne sono ghiotti a frotte salgono e scendono per un tozzo di sperma
{l’universo ha [ci sarà pure un motivo? in ogni caso…] come posso non restituire al cosmo ciò che mi ha procurato per il solo fatto che tutto [da sempre] sta alle sue regole?
(ciò che mi ha procurato?→) ma non lui – casomai da me stesso – se io-stesso-universo-non-doall’universo [me-stesso] ciò che io stesso mi sono dato per migliorarmi : e pensare a come farlo [luil’universo] ancora progredire verso il maggiore progresso possibile}
{ogni struttura crea strutture sempre più evolute → siamo un punto della linea ma non la fine}{vedo spreco di cervelli [lì poco oltre la staccionata] nella gente intrisa di paura per la pestilenza → ma forse la paura è la salvezza del cervello
lì si nasconde e agisce in fretta | fugge da… fugge dove non fuggirebbe se non avesse paura di tornare molecola nuda e cruda disgregata senza pensiero senza sosta senza senza senza sole… sole sole… sole mi manchi
domani sarò in giardino (mi troverai ad attenderti perché se ho un cervello è anche per merito tuo) ci sarò
non verranno le creature che ho ideato loro preferisconol’ombra → la notte è la loro-ora giusta :arrivano tra le fantasie e si mostrano sotto tutti i profili anche nelle forme più dure
sole sarò lì ad attendertiall’alba {quando nessuno ti aspetta e all’improvviso infilzi l’occhio} quanti giorni-luce ancora la pestilenza lambirà i confini esterni di questa mente-giardino?
dieci leghe e una chiesa che la riassume :è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza {quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata} (scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera) infine il giardino → è il mio cerchio ristretto
chi sei? sono troppe… chi sei?
[ poesia pubblicata in Quarantena a Combrat, LaRecherche.it ] |
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