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dieci leghe e una chiesa che la riassume (0,0)

 

 

dieci leghe e una chiesa che la riassume

:è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza

{quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata}

(scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale*(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera)

infine il giardino*→ è il mio cerchio ristretto

 

 

*sono troppe…

troppe le creature che lì risiedono

quando passeggio nei miei passi

le vedo

e giro in tondo nel giardinotutt’intorno

le osservo

la campanella non suona

non arriva il postino

con il mio altrove

:il sogno che attendo è già di un altro

suona suona suona ma non suona… non suona non suona non suona suona-sosta e suona-sopra guarda sopra sososososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione

 

allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****

 

 

 

 

+

!zitto!

 

 

 

 

ok! ora mi siedo sul mio sedere [sedendo senza pensare…

 

…ché pensare potrebbe introdurre il male

quello speciale che mi fa pensare

{troppo a vuoto senza conclusione

[dove concludono i pensieri?

delle cose vedo le forme / di loro-pensieri no]

neppure le parole a cui mi(li) affido hanno forme

rigide a sufficienza

da intrappolare i pensieri-miei-disarticolati

pensieri miei disarticolati

pensierini miei…}

 

proprio non riesco a credere a questo male

 

che sì ha preso la zia*{l’ha squartata e portata altrove-da-dove-attendo il postino che non suona non suona non suona sosososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione

 

allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****

 

 

 

 

+

!ssshhh!

 

 

 

 

}*e il sale nella zucca di molti

fratelli

non ho fratelli che io possa condannare

genitori

né genitori che io non voglia ora baciare

qui nella mezzanotte

nel profumo di lavanda e bergamotto

{ma se li pensom’illudo : nessuno di loro è qui né so quando lo saranno}

penso ai miei passi in giardino tra le camelie

le piante magiche e il sorgere delle loro sembianze nella mia mente…

 

ho una questione da mettere in salvo

 

 

 

mi manca[tanto]la poesia che ha le parole giuste per il mio cuore

{quella che vive dentro al mio cuore e non alla mia mente↓

↓solo questa tu lettore medio[cre] capisci↓

 

La sera giunge lieta tra le campagne

si accende il silenzio dei passeri e dei merli

poi tutto si distende e sommerge

il paese una rarefatta nostalgia

di giorni d’infanzia quando la Vivonne

sorseggiava dai prati la propria verzura

e i salici si allungavano a disegnare

nelle sue acque correnti rette infinite

che il mio sguardo inseguiva

 

 

}salgo le scale salendo sui miei passi

penso sul mio pensiero sperando

che non ceda

 

 

 

{il treno risveglia il fantasma nella-lanterna

vedo da                                                  ø                         qui le piante magiche

 

:il luogo liturgico del piacere

:la bouganville m’incanta : stomp stomp stomp splat splat splat≈

≈arrivo arrivo arrivo …………………… ce la faccio sempre ah sempre ah ora!

allungo-allungo ritardando il momento d» perché vorrei che non finisse quel pungolo

che non arrivassequell’afrore che disdegno e nascondo↓

ora qui getto il rifiuto – ieri nella Vivonne… i pesci ne sono ghiotti

a frotte salgono e scendono per un tozzo di sperma

 

 

{l’universo ha voluto il cervello e la sua riproduzione nel piacere

[ci sarà pure un motivo? in ogni caso…] come posso non restituire al cosmo

ciò che mi ha procurato per il solo fatto

che tutto [da sempre] sta alle sue regole?

 

 

(ciò che mi ha procurato?→) ma non lui – casomai da me stesso –

se io-stesso-universo-non-doall’universo [me-stesso] ciò che io stesso mi sono dato per migliorarmi : e pensare a come farlo [luil’universo] ancora progredire verso il maggiore progresso possibile}

 

 

{ogni struttura crea strutture sempre più evolute → siamo un punto della linea ma non la fine}{vedo spreco di cervelli [lì poco oltre la staccionata] nella gente intrisa di paura per la pestilenza → ma forse la paura è la salvezza del cervello

 

lì si nasconde e agisce in fretta | fugge da…

fugge dove non fuggirebbe se non avesse paura

di tornare molecola nuda e cruda

disgregata senza pensiero senza sosta senza senza senza sole… sole sole…

sole mi manchi

 

domani sarò in giardino (mi troverai ad attenderti

perché se ho un cervello è anche per merito tuo) ci sarò

 

non verranno le creature che ho ideato

loro preferisconol’ombra → la notte è la loro-ora giusta

:arrivano tra le fantasie e si mostrano sotto tutti i profili

anche nelle forme più dure

 

sole sarò lì ad attendertiall’alba {quando nessuno ti aspetta e all’improvviso infilzi l’occhio}

quanti giorni-luce ancora la pestilenza lambirà i confini esterni di questa mente-giardino?

 

dieci leghe e una chiesa che la riassume

:è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza

{quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata}

(scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera)

infine il giardino → è il mio cerchio ristretto

 

chi sei?

sono troppe

chi sei?

 

 

 

 

[ poesia pubblicata in Quarantena a Combrat, LaRecherche.it ]

 

 Franca Colozzo - 12/07/2020 22:19:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Se non tu non avessi avuto un giardino, caro Roberto, avresti dovuto disegnarlo con le tue matite colorate per sopravvivere alla chiusura (non possiamo dire "lockdown", pare non piaccia agli Accademici della Crusca.
Il dramma della paura è qui vissuto in diretta attraverso una scrittura spezzata, decostruita, ricostruita, come se respirassi a fatica. Il diaframma delle pareti di casa tua sembra contenere tutta la disperazione dell’ignoto.
Certo che il virus si è preso gioco di noi umani! Purtroppo con lo strascico di troppi morti, troppi cadaveri sospesi ai nostri ricordi, tra il negazionismo di chi si rifiuta di confrontarsi con la paura e l’eccessivo panico di chi la cavalca.
Come al solito "in medio stat virtus", così ci crogioliamo al sole volutamente ignari del pericolo latente. Vorremmo tutti che il virus fosse andato in vacanza lasciandoci liberi di respirare liberamente.
Siamo nella fase 3 o sospesi al filo della vita?

http://www.lteconomy.it/blog/2020/07/10/covid-19_phase-3-a-leap-forward/

 Arcangelo Galante - 11/07/2020 18:37:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

C’è molto studio in questa lirica, nella quale l’autore ha raccontato quanto vissuto dalla propria città, nelle sue dieci leghe di diametro ed una chiesa, al suo interno, che sembra voler custodire ogni segreto lasciato dai suoi abitanti.
È un tempo d’assedio, ove tutto sembra essersi fermato, forse anche il pensiero o la voglia di creare qualcosa che tarda ad arrivare, pur se qualche schizzo trova spazio su di un foglio bianco o all’interno di un giardino ove attendere un’alba nuova.
Magari, alla fine di tutto, ogni barriera potrà essere superata, così come quella staccionata che impedisce di vedere l’oltre.
Grazie per la condivisione dell’opera.
Amichevolmente, saluto.

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