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A passi incerti

 

 

A passi incerti andiamo nella notte

Alle pareti immagini figure

Ambigue tiepide sfuggenti

Di cui solo sentiamo la presenza 

Segni inquietanti di questo

Precario doloroso esistere 

 

 

Lasciamo che l’ora passi su di noi

Rimaniamo accucciati al suolo

O procediamo carponi, forse

Le cisterne dell’amore 

Hanno esaurito le riserve

E non rimane a noi smarriti 

Che l’angoscia del vivere e morire

 

Tu prega il Dio che ha fatto tutto questo

Che noi chiamiamo mondo

Dove cieche talpe vaghiamo

Per bui camminamenti

Che ci mostri un cunicolo

Che ci conduca fuori

Che ci mostri al fondo del cammino

Una pur tenue luce

 

E torneremo forse a riveder le stelle

 

Queste lontane compagne

Che da sempre osservano in silenzio

Il nostro affannoso peregrinare

Che sempre vanno a precipizio

Nell’ansia di creare più tempo

E sempre spazio più profondo e vasto

Ma torneranno un giorno

Al punto donde sono nate

Bianche farfalle al dito del Creatore.

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