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al testo di Salvatore Solinas
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A passi incerti andiamo nella notte Alle pareti immagini figure Ambigue tiepide sfuggenti Di cui solo sentiamo la presenza Segni inquietanti di questo Precario doloroso esistere
Lasciamo che l’ora passi su di noi Rimaniamo accucciati al suolo O procediamo carponi, forse Le cisterne dell’amore Hanno esaurito le riserve E non rimane a noi smarriti Che l’angoscia del vivere e morire
Tu prega il Dio che ha fatto tutto questo Che noi chiamiamo mondo Dove cieche talpe vaghiamo Per bui camminamenti Che ci mostri un cunicolo Che ci conduca fuori Che ci mostri al fondo del cammino Una pur tenue luce
E torneremo forse a riveder le stelle
Queste lontane compagne Che da sempre osservano in silenzio Il nostro affannoso peregrinare Che sempre vanno a precipizio Nell’ansia di creare più tempo E sempre spazio più profondo e vasto Ma torneranno un giorno Al punto donde sono nate Bianche farfalle al dito del Creatore. |
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