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al testo di Stelvio Di Spigno
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Fine settembre
Da "La nudità", Pequod, Ancona 2010 Si presentano a orari in cui ognuno prende il volo, verso le sette di sera quando ancora c’è il sole, e con i loro gridi prendono forme umane, un gigante, per esempio, o un volto conosciuto, tanto che l’occhio non distingue il perché del movimento e vorrebbe saperne di più, ma questi stormi fanno a gara con corriere e treni di fortuna a sparire per primi, risucchiando il brusio dei pendolari, la stanchezza dei passi, la finzione di tutto. Vanno dove si disperdono altre voci, questa volta scaturite dalle case in lontananza, e c’è chi come noi ricorda vagamente dove abbiamo ascoltato per primi le parole che non hanno ritorno. |
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