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al testo di Paola Cecconello
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Noi smorfie squallide della fatua essenza chiamata vita, suoni promulgati lontano, noi giudicati dalla viscida mano pretenziosa e mossa dalla domanda che abbisogna infinita; noi desunti dal latino gergo e conformati in labile specie, vacua vanità beffarda... ragni forgiati su una tela di sputo: nello sputo elogiati e con affanno sentenziati. |
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