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al testo di Tania Scavolini
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Vorrei chiudere gli occhi e percepire suoni remoti, riavvolgere il nastro di voci che più non odo
-mormorii nelle stanze di dimenticata infanzia-
e di dialoghi al telefono, col filo che segnava il confine dal passato, le nostre chiacchiere nella soffitta del ricordo.
Mi manca il tuo respiro, le pause dalle parole e le risate a colorarle.
Vorrei avere ora quel nastro registrato per riascoltarlo ancora, fino a un nodo alla gola, sentendo che s’incanta ad un certo istante a ripetere sempre e sempre:
“n o n l a s c i a r m i s o l a”
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