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al testo di Tania Scavolini
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Qualcuno vuole uccidermi il cervello, qualcosa vuole corrodere il mio stato, non ho programmi, non ho certezza. Il destino ormai mi è ostile da tempo di cui la memoria ho perso. Come sarei potuta diventar folle! Ma forse lo sono e non lo ammetto, il tarlo nella mente consuma quel che resta di ancora intatto. E’ difficile rimanere vivi senza saggiare inadeguatezza, fingendo a volte naturalezza, a volte mostrandomi vera, ma com’è peggio rivelare sofferenza! se strana vi sembro vi chiedo scusa se mi chiudo in me stessa e non parlo, se osservo con malinconia e nutro scarsa gioia nello sguardo. La scrittura mi viene incontro e si palesa amica ma anche nemica, lei che mi costringe a esser delusa, specchiata in un malato aspetto in una me che non accetto. Cerco di evadere dalla ragnatela, da un miserabile ragno reclusa, ma nessuno conosce l’uscita e soffoco tra fili d’amarezza. |
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