Ancora una volta m’inginocchio ai tuoi piedi pregandoti per una tenerezza, m’inchino e mi umilio per una lieve carezza davanti a te che mi neghi, che rifiuti il mio esser donna. Eccomi prostrata nuda senza artifici, elemosinarti un briciolo di pane… un pane che non si mangia ma che alimenta il mio cuore. E sono denutrita dal tuo amore avaro, e sono perduta per questo sentimento vano. Le vedi le mie vertebre di luce inarcate sulla tua pietà? Calpestami, ancora una volta non me ne accorgerò, ancora una volta ne morirò…
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