<<...N'est-elle pas ma soeur cette feuille qui tombe,
Par un souffle cruel brisée avant le temps ?
Ne vais-je pas aussi descendre dans la tombe,
Aux jours de mon printemps ?...>> (1839 Gèrard de Nerval, Résignation)
non legge l’albero le foglie e di gigli invernali il freddo zigrina la pelle, caglia quel poco che può la neve e se per caso, una carezza intorno l'anima incrina lieve al fatuo, ad uno ad uno tu lùmini di gambi violacei pensieri agitàti (sciogliendo) àgitati che è pallido il nostro spigare così deserto, così deserto e cieco. domani in terra io ci ritorno per il nostro nulla polvere e grani sfoltisco, rimpicciolisco in un cammino d’infinito tuo solo, mio quando intanto di un nodo ne fai due. ancora, ancora due in una corda sola.
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Loredana Savelli
- 14/08/2013 11:18:00
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L’ho riletta anch’io: MERAVIGLIA!!!!
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Cristina Bizzarri
- 14/08/2013 11:08:00
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Il tuo poetare Teresa si staglia, e continua a stagliarsi per intensità e bellezza, sullo sfondo di un cielo dove pur emergono, poche altre, luminose stelle. Così per me, ma non sono Nessuno ... e da Nessuno oggi ti rileggo e posso ben capire che tu sia altrove. Un bacio da una tua vecchia (dans tous les sens) fan. :-)
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Emilio Capaccio
- 07/02/2013 17:53:00
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questa tua mi lascia davvero incantato con suoni ed effetti che rimanda, in modo originale, poetico, intenso: sei una luce azzurra nel nero, ad intermittenza lanci i tuoi S.O.S. poetici, in caratteri che si rincorrono tutto d’uno fiato, fino alla fine dell’ultima parola.
Ciao
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Cristiana Fischer
- 06/02/2013 17:23:00
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mi piace in particolare la seconda parte da "che è pallido" fino alla fine, sciolta com’è e mossa
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Loredana Savelli
- 06/02/2013 16:30:00
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Molto particolare, noto molto studio, il tuo stile si è evoluto. Ciao!
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