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una penna verde

Una penna verde











Semplicemente sento scorrere la vita
mentre l'uomo solo in treno
accanto a me è intento alle parole crociate
e pensa forse a un gatto che l'aspetta a casa
grigio e prepotente, e ha solo lui, e un cappotto
dimesso, stanco di portarlo in giro sui treni,
solo e con quell'idea del gatto nella testa.

C'è anche un sole molto violento, un sole di gennaio
che un po' ci riscalda e un po' ci ubriaca
e io ho una penna verde e aspettiamo la partenza per Matera.



 Paolo Polvani - 08/01/2012 19:35:00 [ leggi altri commenti di Paolo Polvani » ]

grazie per le letture! lorena, la tua lettura è più che consona, ognuno nella poesia trova cose diverse, e ogni visione è appropriata; per loredana e roberto: si, i viaggi in treno sono sempre affascinanti, non per niente il titolo di un mio libretto è trasporti urbani, mi piace l’idea del viaggio, del movimento, per le infinite possibilità che offre di guardare il mondo in prospettive ogni volta diverse, e di avvertire un istintivo trasporto nei confronti dei compagni di viaggio, dei paesaggi,delle cose

 Lorena Turri - 04/01/2012 16:14:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Ci sono poesie, che a una prima lettura mi colpiscono per qualcosa senza riuscire a capire cosa. Solo dopo alcune successive letture me ne rendo conto.
Come questa, dove a colpirmi è stato quel "gatto grigio e prepotente" e il "sole violento" oltre, ovviamente, alla penna verde.
C’è tutto un cromatismo legato all’azione molto eloquente.
Il quotidiano grigiore è prepotente perchè ci impedisce di pensare e forse si riesce a fare soltanto le parole crociate che incrociandosi spesso, si definiscono da sole. L’idea della solitudine e della stanchezza che ne consegue è ben resa nella descrizione del passeggero col "cappotto dimesso". Per contro c’è un sole violento o, direi, viola e lento. Viola come l’infinito che riscalda ma lento come l’alcol che lentamente ci ubrica, come l’attesa di un treno locale. Nell’etimologia di Matera ritrovo il desiderio della ricostruzione, ma anche il desiderio della "mia terra", la Mater terra. Una sorta di "domani è un altro giorno", in cui la manciata di terra di Rossella diventa una penna verde. E la speranza è lì riposta: nella scrittura.

Molto piaciuta, anche nel caso che la mia lettura non sia consona.

 Roberto Perrino - 04/01/2012 15:18:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Molto piaciuta, concordo con il commento di Loredana, il viaggio in treno, soprattutto per le linee "secondarie", è fonte di riflessione e osservazione.

 Loredana Savelli - 04/01/2012 08:42:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Nel modo intimista e sottile di tratteggiare certe ambientazioni, sprigioni la delicatezza che ti contraddistingue. In quel treno verso Matera (coincidenza, ci sono stata pochi giorni fa!) c’è una ricerca di autentici contatti umani e non servono le parole, basta osservare in modo discreto certi dettagli e avere a portata di mano una penna verde (e un pc).
Ciao, un caro saluto, buon anno.

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