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al testo di Valeria Bianchi Mian
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I piedi per terra – la storia dell’eterno fanciullo
Angelo volando saliva troppo in alto - precipitò come un masso, giù sull’asfalto. Angelo volava, diretto oltre la terra - ma si ferì proprio nel mezzo della guerra. Angelo sveniva di fronte al sangue rosso - perse una gamba e pianse: “Vedo il mio osso!” Maledisse il cielo che era il suo padrone - gridò al proprio Padre: “Vecchio Dio fanfarone!” Angelo aveva timore d’ogni malattia - la morte giunse, infine, ma non lo portò via perché una fatina turchina o forse bianca offrì ad Angelo e al vecchio Padre un conto in banca d’impegni che han sede nel cuore, e alcune azioni per far unire ai due i punti di sutura. Punto 1. ) Angelo e il Vecchio sono carne Punto 2.) della stessa carne che è natura; Punto 3.) asse del mondo, se ora a vicenda Punto 4.) si fan perno, ma decadenza Punto 5.) se in due ignorano la faccenda. La fata Anima cucì quel moncherino che fa di Angelo un felice ballerino. Coi piedi per terra e le ali nella mente oggi in vita danza un adulto consenziente. |
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