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Primavera

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PRIMAVERA

 

Eccola, la Primavera

che avanza, che danza

nei suoi colori, profumi,

nei grumi di gioia

negli occhi della gente.

Non si pente la donna

di un bacio fuggito

dalle sue labbra

come una farfalla

in un brivido del vento …

e a stento, a stento

la malinconia ci sfiora

come un’ape un fiore,

e morbida e selvaggia

la spiaggia è il letto

dove il petto può

aprire le sue vele

all’oceano.

E dolce diviene

Il martirio della carne,

le pene patite a pensare

quanto inutile sia la vita

che fra le dita ci scivola

via, come una veste

di raso rosso sangue,

che di noi farà

solo un umido fosso

con una croce sopra,

che della nostra voce

lascerà solo parole.

Ma eccola, la Primavera,

che fiorente avanza

e questa stanza minuta

fa suonare con il suo rosso,

il suo viola, il suo giallo,

il suo arancione, il suo blu,  

il suo verdeggiare

lì dove muta era in attesa

l’anima.

E spera, la mia penna,

nel profondo brama

di rubare col suo pennello

anche un solo colore,

anche una sola sfumatura,

una pura immagine

che trascenda la disperazione,

che si elevi a canzone

che faccia tremare,

anche per un solo attimo,

il fegato e le viscere

di noi maledetti nichilisti,

di noi uomini sprovvisti

di ogni eterno ardimento.

Ed è un tormento, penna mia,

è un tormento indescrivibile

il poter dipingere il sole

e non sentire il suo calore

sulla pelle,

poter dipingere un fiore

e non sentire il suo profumo …

ma eccola, la Primavera

che avanza, con tracotanza

ed indolenza, tulipano di carne,

sapore di stelle che mi scivola

sulla lingua fino allo stomaco.

Consola, smeraldo scintillante,

questo dolore e questa avara

condizione nella quale affondo,

nave che ha per carico

angoscia e tormento,

che amara cerca solo di fuggire

questo oceano grigio!

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