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al testo di Vlad
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rimane lì non so quanto, poi come nave che si sforza a vincere l'oceano viene avanti,
e supera la porta. entra adagio come memoria di un tempo lontano, sull'argilla del piano caldo e secco,
la sua mano
indica in alto e sorride appena e poi dice: "ogni giorno torno con la sete impregnata di sete,
e più bevo e più voglio bere, diversamente un poco, stringono ancora più forte
e fredde, le mie catene. Ma l’ebbrezza che mi accompagna, sorridente, è puttana,
chè tutta la sera lieta, mi abbraccia ma mai mi avvisa delle tenebre dell’alba."
e mentre avanzo con la pena d'un sorriso che mi impedisce il pianto,
chiedo se vuole vodka,
whisky, cognac o altro. ma prende solo un bicchiere freddo come neve, un riflesso
come arco di luce lo disseta, e basta- voglio quello in alto -e lungo il corridoio si dilegua.
a guardarlo uscire giaccio: e mentre il suo volto è ora l’ insegna del mio sguardo
a seguirlo mi decido e corro. superato l’angolo lo vedo: sono a due passi quando mi avvicino,
ed in un unico grido arranco. dove vai, chiedo ora nel buio della notte,
per questa via zigzagando?
Lui cade a terra mi guarda e dice: ti prego, siediti qui.
siediti qui accanto. |
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