... che ci si voglia dire o che ci si possa fare ne è un pulsare indipendente: qualcuno vuol farsi novità incendio che illumini le menti a giorno. E come ci possa riuscire ti chiedi, così odioso lui nel seminare rancore conscio pure di raggiungere lo scopo. ma taci perplesso ascoltandone sicumera nella narrazione dall'abside pulsare pandemica sull'ara un tempo pagana ritualizzandola con piume di corvide tra incensi e fumi di ceri predicando d'invasioni e congiure. Lui così brutto dentro che a guardarsi in giro, se ne scoprono segni appestanti su tutti i volti intorno clamanti: gracchiare che mi svela del momento folle del perchè non c'è risposta al male quando banale ci accoglie esiziale follia prendendoci febbre.
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Graced
- 02/11/2018 20:12:00
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Purtroppo, ci troviamo a vivere un periodo non bello specie per la politica che, fa acqua da tutte le parti. Ho l’impressione che chi si mette in evidenza con tante chiacchiere alla fine è osannato a discapito di chi lavora e si comporta adeguatamente. Ma tutto ciò che ha portato a questo è stata la disonestà precedente. Speriamo di non finire dalla padella nella brace. Sempre acuto e bravissimo nelle tue opere. Non posso che darti ragione in toto su tutto ciò che versifichi. Ti auguro una serena serata con un abbraccio! Grazia.
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Salvatore Pizzo
- 02/11/2018 02:26:00
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X Annalisa: Purtroppo, il corvide possiede la capacità di semplificare al massimo il proprio messaggio. E, la controparte, ha perso credibilità. Dunque ci si trova esposti su un crinale alquanto pericoloso, poichè ci pone proprio sull’orlo dell’abisso... Grazie di cuore, anche per il tuo incipit al commento che mi ha molto commosso. Più che un saluto un abbraccio.
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Annalisa Scialpi
- 31/10/2018 17:09:00
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Dio Santo che fantastica poesia;
Pulsa, nella carne dei versi, la verità
lucente come un anello al dito; caleidoscopio e scoppio
che nessun corvide gracchiante potrà mai possedere
per quanto il teatro della ’semina dei rancori consci’ potrà durare...
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Salvatore Pizzo
- 29/10/2018 19:00:00
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X Giovanni: Non discuto assolutamente, quella banalità del male di cui parlava qualcuno, riferendosi al regime nazista,per segnalarne l’adesione della popolazione. Un’adesione per nulla passiva, bensì fatta proprio di quella coincidenza di sentimenti ed emozioni. Quella banalità è precipua, come tu ben sostieni, al regime nazista. Però esiste un parallelo possibile tra quella banalità e quella odierna. Questo parallelo, a mio modestissimo parere, consiste nella sorta di linguaggio e nella comunicazione scelta da certe forze politiche considerate arrembanti in questo nostro mondo, altamente tecnologizzato, ma con un’altissima percentuale di irrazionalità ed arcaicizzazione,in molti casi prevalenti. E’un linguaggio teso a semplificare al massimo le problematiche inerenti la mondializzazione e la modernità. Si sviluppa in categorie semplificate come io-tu, noi-loro, prima io, prima noi. In questa semplificazione, si riscattano vecchi concetti che dovrebbero essere ormai obliati, come nazionalismo, ora mascherato da sovranismo; come razzismo, rielaborato come identitarismo; l’egoismo sociale, fatto digerire e giustificato col"prima i nostri". Insomma, come dicevo: questa banalizzazione semplifica anche l’orrore della storia, permettendo loro di sdoganarne principi dittatoriali violenti e sopraffattori,semplificandoli come avveniva un tempo sotto il fascismo o il nazismo... Insomma, non so se sono riuscito a spiegare il mio pensiero. Ma ti ringrazio e di cuore per aver sollevato un aspetto così importante. ciao
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Giovanni Rossato
- 29/10/2018 12:05:00
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Mi pare di leggere una chiara descrizione del nostro quadro politico dove i leader dei quali tu tratteggi chiaramente il ritratto sono ben riconoscibili. Si la mistificazione è, ahimè, da sempre lavoro da politico ma la spregiudicatezza con cui vengono manovrate le masse da parte di persone davvero "brutte dentro" continua a crescere e fa davvero paura perchè appesta le menti e i tratti del male, certo, si vedono nei volti di un popolo che sta perdendo in delicatezza e guadagnando ogni giorno in brutalità. C’è solo una cosa su cui non sono d’accordo, questo male non è banale: non è quello dei burocrarti di Hitler; questo male è il figlio di una coscienza egoistica dove l’avere prevale sempre sull’essere. Grazie
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