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Perch�� non parli?

 

Se ti è impossibile perdonare oltre

il mio silenzio d'accigliato vecchio

che s'allarghino sfavillii a cascata

magmatici di sovrumana pietà.

 

Ma ciò dovesse esserti impossibile

allora, come mi hai spremuto, pensa:

brezza d'anima urlante grezza, estratta

dal marmo  passione, mito ispirante.

 

Riducendomi in frammenti spigoli

imprigionanti, così ti sei reso

merito: a memoria, giustizia in sogno

sillabando, mi hai vissuto e lisciato;

 

sibili di vento auscultando in petto;

di tra le vesti, con scalpello, sferza

hai mutato in carezza, scroscio in raggio;

sentite emozioni in incavi ad arte

 

selvaggia, sì che mi hai scolpito integro

ingrigito senza pari di beltà

in mano le tavole delle leggi.

Scultore, ordunque non colpirmi ancora!

 

Paradosso dell'artista in tumulto:

nei comandamenti scritti col sangue

è che il non esserci dovrebbe esserlo

più sconvolgente dell'esserci. Quando

 

scalfenti di lingua ferrea, tra i denti

alterne, ci schizzano frasi appese

restando, perchè mai giungono a verbo

da lapidi quindi svaporii mai incisi.

 

Allora hanno da essere dirimenti, pensa

le parole che abbiano a caderci di bocca

marmo da plasmare. Lo sai, però mi chiedi

ugualmente di farti eco alla tua coscienza

 

... è che tu, così intento nel creare con scienza

hai fatto sì che altro rumore o urlo di gola

 mi uscisse, se non dal ferro a filo di vene

voce inibente nell'inseguire candore.

 Salvatore Pizzo - 14/11/2019 03:18:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Annalisa:
"...le parole, in amore."?
Non potrebbero essere altro che piombo fuso, acciaio... Oppure la vaghezza d’un attardarsi, prima di svanire: pur sempre espressioni dell’umano, perciò mortali che sognano l’immortalità e l’infinito d’un giorno...
Grazie di cuore con un più che caro saluto

 Annalisa Scialpi - 13/11/2019 15:51:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]


Me lo sono sempre, chiesta, sai,
cosa siano le parole, in amore.

Specie per chi, Efesto della lettera,
le parole ha incise dentro,
come un feticcio dell’anima...

Un caro saluto!

 Salvatore Pizzo - 12/11/2019 00:07:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Giovanni:
Un bellissimo percorso, quel che tu proponi, mio caro Giovanni: dall’uomo all’opera d’arte, per tornare infine all’uomo; alle sue contraddizioni e debolezze; al sui desiderio di perfezione che sia certezza e conforto. Troppo fugace, aleatoria, densa di trappole e muri, questa esistenza.
Grazie a te anche per l’apprezzamento lusinghiero

 Salvatore Pizzo - 12/11/2019 00:02:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Giusy:
Grazie di cuore, mia cara Giusy, anche per il superlativo assai lusinghjiero, oltre che per l’accento per dei versi tra i miei più sentiti.
Un carissimo saluto a te

 Giovanni Rossato - 10/11/2019 22:07:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

Non è l’opera che conta ma la traccia del percorso, di ciò che era intento a cercare l’autore. Dall’opera all’uomo e non dall’uomo all’opera; paradossalmente ciò che resta è l’uomo.
Bella e profonda, grazie Salvatore.

 Giuseppina Iannello - 10/11/2019 10:05:00 [ leggi altri commenti di Giuseppina Iannello » ]

Bellissimi poesia, nella quale il Poeta si immedesima nella meraviglia dello scultore dinnanzi alla propria creatura, ispiratagli da Mosè. Particolarmente intensi i versi: "... di tra le vesti, con scalpello, sferza
hai mutato in carezza, scroscio in raggio;..."
Un abbraccio,
Giusy.

 Salvatore Pizzo - 09/11/2019 19:26:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Lino:
Già averne apprezzato"la capacità e la resa espressiva", è cosa assai lusinghiera, mio caro Lino. Non posso che essertene infinitamente grato.
Anche a te un saluto caro

 Salvatore Pizzo - 09/11/2019 19:23:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Graced:
Effettivamente, una certa genitorialità si potrebbe anche immaginare nel rapporto tra Michelagiolo Buonarroti e la sua creatura. Una genitorialità da parte del Mosè, sul fanciullo scultore che prorompe in una esclamazione così risentita ed infantile.
Grazie di cuore con un più che caro saluto

 Lino Bertolas - 09/11/2019 18:06:00 [ leggi altri commenti di Lino Bertolas » ]

Una poesia non facile da decifrare. In ogni caso, al di là della difficoltà di comprenderla fino in fondo, apprezzo la capacità e la resa espressiva di questi tuoi versi. Un saluto a te.

 Graced - 06/11/2019 15:32:00 [ leggi altri commenti di Graced » ]

Penso che sia un discorso chiarificatore ta un padre e un figlio che desidera sedare delle incompremzioni, a volte tra generazioni più giovani e più adulte, ci sono spesso dei dissidi, anche se il bene rimane adagiato al fondo dell’anima. Una lirica apprezzata, sempre bravissimo Salvatore. Un carissimo saluto da Grazia!

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