Congedo tardivo
Datemi una valida scusa per restare,
che compensi
la troppa acqua fredda accumulata nelle ossa
e la scarsa ossigenazione degli ambienti,
i rischi di embolia
nel raccogliere monete da sotto il letto;
questo regno dei cieli quando arriva,
in ogni fine c’è una liberazione,
sono impaziente di restituire
gli oggetti ricevuti in prestito,
spero di lasciare questo albergo sgraziato
al più presto.
La fine dei dinosauri
Possono poco i divieti condominiali
quando la muffa
sgretola le ossa del calcestruzzo,
l’usura non deroga alla sua algebra
nemmeno di fronte alla saggezza dei planetari,
il carapace si sfalda
per effetto degli agenti atmosferici;
tanti amici fidati hanno d’un tratto
smesso di farsi vedere al biliardo:
congetturiamo
sulle possibili cause, chiediamo in giro
aggiornamenti sul loro conto;
il tempo che rimane
lo occupiamo a fare cancellature
e cerchi rossi alle diverse voci
segnate sulla lista del trasloco.
I vendemmiatori di polvere
1
Perdono un pezzo dopo l’altro
le giunture dei vecchi ponti,
l’appartamento non coincide
con la sua pianta in scala.
La compagnia gitana degli acrobati
si appresta a sbaraccare
per mancanza di pubblico;
i vendemmiatori di polvere
non hanno un attimo di pausa,
sommersi dagli arretrati.
2
Non fu per me che Mitra sgozzò le albe;
fra dieci anni, come sarò ridotto
quando tutte le lamette saranno inutilizzabili,
dopo la data di scadenza del bancomat:
ghiaccio sulla nuca,
avrò bisogno di un pigiama più largo,
la città enorme e vuota come un mare
nei pomeriggi di metà agosto.
3
L'ossidazione non è reversibile
quando la frutta è esposta all’aria a lungo,
la biologia impone condizioni rigide;
presto verremo trasferiti
in provette stagne, sigillate
ognuna con la sua etichetta;
le nuvole partiranno e non potremo seguirle.
4
Gli anni ammassano nelle fosse
lattine e cerchioni d’auto sbilenchi;
alla fine
solo i peli bianchi sul muro
e il colore di vomito del cielo,
le tarme finiranno per divorarsi a vicenda,
stalattiti di ghiaccio sul bordo dei bicchieri,
non accumulate tesori in terra,
tanto l’abbronzatura andrà via
in un paio di settimane massimo.
Il prezzo di ogni vita
La voce del primo contagio
giungeva in fretta ai postriboli di Venezia:
moltiplicava i contatti promiscui,
diffondeva tra gli spacciati
una euforia paradossale.
Divertimento, il prezzo di ogni vita
è un pretesto
per darci irreperibili a una telefonata
sempre più insistente, per eludere
lo sguardo senza scampo del pesce fossile,
per scappare di casa, è così triste
l’odore della calce appena stesa.
[ da Il talento dell'equilibrista, Guglielmo Aprile, Giuliano Ladolfi Editore ]