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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 29/10/2012 12:00:00
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Carta aos amigos mortos

di Sophia de Mello Breyner Andresen (Biografia/notizie)

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CARTA AOS AMIGOS MORTOS 

 

Eis que morrestes – agora já não bate

O vosso coração cujo bater

Dava ritmo e esperança ao meu viver

Agora estais perdidos para mim

– O olhar não atravessa esta distância –

Nem irei procurar-vos pois não sou

Orpheu tendo escolhido para mim

Estar presente aqui onde estou viva

Eu vos desejo a paz nesse caminho

Fora do mundo que respiro e vejo

Porém aqui eu escolhi viver

Nada me resta senão olhar de frente

Neste país de dor e incerteza

Aqui eu escolhi permanecer

Onde a visão é dura e mais difícil

 

Aqui me resta apenas fazer frente

Ao rosto sujo de ódio e de injustiça

A lucidez me serve para ver

A cidade a cair muro por muro

E as faces a morrerem uma a uma

E a morte que me corta ela me ensina

Que o sinal do homem não é uma coluna

 

E eu vos peço por este amor cortado

Que vos lembreis de mim lá onde o amor

Já não pode morrer nem ser quebrado

Que o vosso coração que já não bate

O tempo denso de sangue e de saudade

Mas vive a perfeição da claridade

Se compadeça de mim e de meu pranto

Se compadeça de mim e de meu canto

 



LETTERA AGLI AMICI MORTI

 

Ecco che moriste – oramai non batte più

Il vostro cuore il cui battere

Dava ritmo e speranza al mio vivere

Ora per me siete perduti

– Lo sguardo non attraversa questa distanza –

Neppure andrei a ricercarvi poiché non sono

Orfeo avendo scelto per me

Di stare presente qui dove sono viva

Vi auguro la pace nel vostro cammino

Fuori dal mondo che respiro e vedo

Qui scelsi di vivere

Niente mi resta se non guardare di fronte

In questo paese di dolore e incertezza

Qui scelsi di rimanere

Dove la visione è dura e più difficile

 

Qui resto sola a far fronte

Al volto sudicio di odio e di ingiustizia

La lucidità mi serve per vedere

La città cadere muro dopo muro

E le facce morire una a una

E la morte che mi falcia mi insegna

Che l’uomo non è il segno di una colonna

 

E vi chiedo per questo amore reciso

Che voi mi ricordiate là dove l’amore

Non può morire né essere spezzato

Che il vostro cuore che più non batte

Il tempo denso di sangue e di salute

Ma vive la perfezione della chiarezza

Si compiaccia di me e del mio pianto

Si compiaccia di me e del mio canto



[ Tratta da Livro Sexto, Editorial Caminho, traduzione di Roberto Maggiani ]

 

 


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