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Testo iniziato da Giuseppe Terracciano il 10/12/2011 11:25:00

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Commenti (12)
Sono intervenuti a continuare il testo, nell'ordine, a partire dall'ultimo intervento: Loredana Savelli :: Giuseppe Terracciano :: Loredana Savelli :: Giuseppe Terracciano :: Loredana Savelli :: Lorena Turri :: Giuseppe Terracciano :: Loredana Savelli :: Giuseppe Terracciano :: Lorena Turri :: Loredana Savelli :: Lorena Turri :: Giuseppe Terracciano :: Loredana Savelli ::

 Questa parte di testo è stata pubblicata il 10/12/2011 11:25:00 da Giuseppe Terracciano Δ
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Tirò dritto perché non occorreva voltarsi.
Guardò al posteggio dei taxi al riparo degli olmi.
La signora del chiosco sbuffava per i rari clienti. Era un giorno d'agosto
come tanti altri.
Nell'immergere la mano nella conca ripensò al piacere del fresco;
agli ombrelloni colorati, al canneto sul fondo. Tutto così bello
e il largo, il mare.
-Scusi! Posso ripararmi sotto il suo ombrello?
-Come?
-Ho chiesto se posso ripararmi sotto il suo ombrello?


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 10/12/2011 19:07:00 da Loredana Savelli Δ
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- Vuole dire all'ombra degli olmi del posteggio, non sono pini ad ombrello!
- No, intendevo proprio l'ombrello, quello trasparente e ampio sopra la sua testa: sono i pensieri che camminano con lei, sopra di lei, e le fanno ombra. A proposito, dove sta andando?


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/12/2011 03:46:00 da Giuseppe Terracciano Δ
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Non ho una meta precisa. Volevo fare due passi sul lungotevere. Mi piace molto guardare i gabbiani che nella foschia vanno e ritornano; sembrano tanti fantasmi, se non fosse che fanno tanto baccano.
-Le va di fare quattro passi con me?


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/12/2011 11:25:00 da Lorena Turri Δ
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- Sì, volentieri. Se non fosse per questi tacchi così alti, ne farei anche più di quattro! -
- Le hanno già detto che lei è molto simpatica? -
- Sì, parecchie volte. Ma è sempre gradito sentirselo dire... -


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/12/2011 14:43:00 da Loredana Savelli Δ
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Mi tolga una curiosità - osò il guardiano del posteggio - aspettava qualcuno?


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/12/2011 14:55:00 da Lorena Turri Δ
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- Nessuno. Purtroppo sono le uniche scarpe che ho. Vogliamo andare? Mi dia il braccio, la prego, ho qualche difficoltà su questo terreno sconnesso. Fa caldo oggi, io almeno sono tutta sudata? Odio sentirmi sudata, mi viene voglia di farmi subito una doccia. Il fatto è che io, a casa, ho soltanto la vasca. E' rilassante, ma per nulla pratica! Uh, ha visto quel gabbiano laggiù? Sembra come incantanto da qualcosa. Guarda fisso verso un punto. Chissà cosa stanno vedendo i suoi occhi o cosa stanno guardando... -


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/12/2011 19:46:00 da Giuseppe Terracciano Δ
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-Secondo me quel gabbiano sente la nostalgia del mare. A suo tempo fu costretto a fare una scelta, ho continuare a volare per chilometri e chilometri al largo per acciuffare qualche pesce, o avvicinarsi agli uomini per avere più facilità di cibo. Il mare non si scorda tanto facilmente.
-No! Non aspettavo nessuno


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/12/2011 21:07:00 da Loredana Savelli Δ
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- disse con un’agitazione un po’ eccessiva la signora del chiosco, come per rassicurare se stessa che tutto fosse sotto controllo. E intanto guardava i gabbiani allontanarsi verso l’orizzonte e si sentiva sollevata…


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 12/12/2011 05:42:00 da Giuseppe Terracciano Δ
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Il giorno dopo stava riflettendo sull'incontro fortuito del giorno prima. Si disse che era stato un incontro piacevole. L'unica cosa è che non le aveva chiesto come si chiamava e che sarebbe stato meglio se invece di disquisire sui gabbiani le avesse proposto un caffè all'indomani. Invece niente.
Che possibilità aveva di rincontrarla in una città così grande?


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 12/12/2011 21:44:00 da Lorena Turri Δ
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In realtà quel giorno al posteggio aveva sostituito occasionalmente suo cugino che era diventato papà per la prima volta. Non era mai stato da quelle parti. Era la prima volta anche per lui. E così la signora del chiosco che tanto le era rimasta impressa nella mente. Anche lei aveva occasionalmente sostituito sua cugina che doveva sostenere un importante esame clinico. Gliene aveva parlato di sfuggita mostrando una gran preoccupazione...


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 14/12/2011 09:44:00 da Loredana Savelli Δ
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Così si affollavano pensieri e sensazioni mentre con passo regolare calcava il marciapiede del lungofiume e prendeva atto che, dopo un lungo tempo di latenza, la realtà tornava a non essergli indifferente.
- Dove si era cacciata? -
Intendeva prudentemente la realtà.
Cominciò ad elaborare l'idea che con qualche strategia da parte sua si potesse influire sull'andamento delle cose. Ma da dove incominciare?
La signora aveva accennato ad analisi cliniche.
Immediatamente censurò il suo pensiero.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 14/12/2011 17:50:00 da Giuseppe Terracciano Δ
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Anche lui non aveva voglia di pensare alle questioni cliniche.
"Chi campa, campa" pensò.
Aveva voglia di uscire da quella cappa che lo attanagliava. Voleva respirare a pieni polmoni.
Domani vado al mare!


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 16/12/2011 22:01:00 da Loredana Savelli Δ
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E al mare andò. Molto presto, per evitare di incontrare gente, nonostante fosse già fine estate. Il mare è allora nel suo momento di massima generosità: caldo di vita vissuta, ma sempre aperto a donare piaceri, in accordo col sole che declina, quasi per farsi perdonare gli eccessi di luglio.
Era un uomo abitudinario, sulla spiaggia aveva un suo posto prediletto.
Forse celava a se stesso una natura completamente diversa o non vi era abituato.
Qualche ombrellone di colore sgargiante era aperto, ma ad una certa distanza.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 02/01/2012 17:44:00 da Giuseppe Terracciano Δ
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Tirò fuori dallo zaino un' involucro in cui aveva messo due panini che si era fatto preparare dalla signora della salumeria.
Nell'addentare il primo, mentre con lo sguardo guardava quella piccola vela all' orizzonte, pensò alla prima volta che era venuto da queste parti.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 02/01/2012 19:25:00 da Loredana Savelli Δ
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I suoi pensieri erano ondivaghi, sembravano seguire la lenta risacca mattutina.
Masticava tenendo lo sguardo fisso in un punto dell'orizzonte dove gli apparvero, come in un film, immagini della sua infanzia che osservò passare quasi non gli appartenessero. Eppure era un film che più e più volte aveva visto cominciare, smettere e ricominciare.
Avrà avuto forse cinque o sei anni. Il mare gli faceva un po' paura. Del mare, anche ora, amava il silenzio denso di suoni, ma sommersi, la vita che da fuori sembra implodere sotto e che altre volte urla e si fa sentire. Del mare amava il mormorio lento.
Quasi inavvertitamente portò lo sguardo verso gli ombrelloni colorati, così, per distrazione, come quando si segue il volo di una mosca.

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