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Roberto Maggiani

Argomento: Intervista

Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 17/11/2014 12:00:00

 

[ A cura di Liza Bellandi ]

 

In un mio articolo ho deciso di rispondere a Montale che, trent’anni fa, in occasione dell’assegnazione del Premio Nobel, si chiedeva se fosse ancora possibile la poesia. Montale accusa i nuovi mezzi di comunicazione di massa (all’epoca TV e radio) di aver reso l’arte spettacolo, esibizionismo, annientandone ogni elemento di introspezione e lirismo che facevano della poesia luogo di grande riflessione culturale e scrigno dell’essenza di un’epoca. La modernità l’ha gettata nel vortice del consumismo, dove tutto è effimero e di breve durata, e l’ha degradata a semplice prodotto di serie, soggetto alle leggi della moda e del mercato.

Montale però auspica, che, quasi per reazione, la cultura di massa possa produrre un giorno una cultura che sia anche argine e riflessione.

A mio avviso quel giorno è arrivato o comunque è molto vicino dato che, dietro l’apparente superficialità e ordinarietà dei nuovi social media, si nasconde una riflessione che si stacca dalle mode e acquisisce stabilità, mentre, quasi paradossalmente, oggi è il mercato editoriale ad essere sempre più soggetto alle leggi del gusto.

Un elemento che porto a sostegno della mia tesi è proprio l’esperienza de LaRecherche.it, per questo vorrei sapere:

 

1.  Quale ideale o proposito ha spinto tu e Giuliano Brenna a creare LaRecherche.it e cosa vi aspettavate, e ancora, le vostre aspettative sono state soddisfatte?

 

LaRecherche.it è stata messa on line nel dicembre del 2007.

Non so se alla base di questa nascita ci sia un “ideale” o un più semplice “proposito”, posso però affermare che LaRecherche.it è fondata sulla convergenza di due personalità molto diverse, provenienti da due esperienze di vita decisamente differenti, per alcuni aspetti all’opposto. Dalla profonda amicizia tra me e Giuliano Brenna, si è avviato il sistema di pensiero da cui ha preso le prime mosse la rivista letteraria, orgogliosamente definita libera. L’immagine di due personalità dissimili, che si ritrovano capaci di instaurare un fecondissimo dialogo, contiene, in nuce, ciò che caratterizza LaRecherche.it.

Giuliano era, ed è, un fine e attento lettore di opere in prosa, io invece ero, e sono, caratterizzato dalla passione per la poesia. Dai nostri scambi e confronti emergeva una cosa su tutte, ci sconfortava e irritava la banalità di certe pubblicazioni che a nostro avviso sembravano trascinare la cultura italiana nel vortice effimero e di breve durata del consumismo, essendo queste segnate da un mero esibizionismo capace di catturare le masse al fine di vendere vendere vendere. Dall’altra parte conoscevamo di persona, soprattutto io, molti scrittori che, per quanto impegnati in un percorso di scrittura e ricerca artistica, non ci sembrava avessero spazi per rendersi visibili e poter mostrare-scambiare tra loro i propri lavori, in quanto soggiogati dal potentato della casta mediatica fatta di editori, autori affermati, conduttori televisivi e radiofonici, giornalisti e critici. Ci si rese conto che la maggior parte delle proposte di autori e libri erano di fatto consigli per gli acquisti, dunque poco finalizzate a far conoscere diverse proposte autoriali e editoriali.

Rilevammo l’assenza di luoghi di libero confronto, molte persone non sapevano a che santo votarsi per avere voce come lettori e come scrittori. Così, spronati da questi pensieri, abbiamo messo on line LaRecherche.it, pensandola come una casa per coloro che cercano uno spazio di libero pensiero, confronto, crescita artistica e culturale, soprattutto nella scrittura. All’epoca facebook non era così potente come lo è oggi, diventato un fiume mediatico in cui, dai suoi vari affluenti, confluisce di tutto, facendo talvolta perdere all’utente l’obiettivo del proprio navigare.

Fin dal nostro primo giorno, quando eravamo pochissimi, sulla pagina “Chi siamo” si trova scritto: “Questo è, prima di tutto, un luogo di partenza, di aiuto reciproco, di lavoro comune e di confronto sulla scrittura: da qui si parte, non si arriva; o meglio, qui si arriva soli per partire insieme...”

Fin da allora pubblichiamo recensioni di libri di autori che si trovano situati tra due poli, quello della notorietà e quello dell’anonimato. Talvolta si tratta di autori alla loro prima pubblicazione, li proponiamo cercando di mettere in luce gli aspetti positivi della loro scrittura e, eventualmente, dando qualche indicazione di un possibile percorso di lavoro. Facciamo tutto ciò con l’ausilio di collaboratori impegnati nel panorama della scrittura contemporanea, qualcuno più, qualcuno meno, ma in ogni caso ad essa attenti, cercando di non farci influenzare da mode o ridicoli pensieri di immediatezza. Forse non siamo dei Critici, ma lettori assidui e attenti sì.

Gestire LaRecherche.it richiede impegno. Ogni suo servizio e spazio è gratuito, ma il segreto della sua gratuità risiede nella capacità di qualcuno di donare-donarsi. Senza donazione non c’è gratuità. Ed è proprio la donazione delle capacità e delle competenze di alcune persone a essere alla base del suo funzionamento.

La messa in opera di tutto il sistema che chiamiamo LaRecherche.it, fatto di competenze artistiche ma anche tecnologiche, relativamente al web, è stato possibile perché abbiamo avuto la fortuna di avere persone che riassumono in sé stesse la passione artistico-letteraria ma anche quella scientifico-tecnologica in grado di mettere in atto tutto il sistema informatico che la sostiene nelle sue varie sezioni, mi riferisco in particolare ai codici di programmazione.

LaRecherche.it è libera perché nessuno, su nessun fronte, ci chiede soldi, e noi non li chiediamo a nessuno, anche se, essendo Associazione, è prevista la possibilità di associarsi e fare donazioni (nessuna delle due cose è obbligatoria per registrarsi e scrivere liberamente sul sito), quelle che arrivano sono impiegate per attività artistiche e culturali, nessuno di noi è pagato. Abbiamo da poco ricevuto una donazione di duemila euro che ci ha permesso di mettere in piedi il Premio Letterario per inediti “Il Giardino di Babuk – Proust en Italie”, a partecipazione gratuita, il montepremi è tutta la somma ricevuta in donazione.

Essendo liberi da finanziatori, prendiamo le strade che preferiamo, anche in base a indicazioni-suggerimenti che gli utenti, autori e/o lettori, ci inviano; si tratta di una casa comune in cui tutti hanno il diritto e il dovere di stare bene e di fare stare bene, per crescere nell’arte e nella cultura.

Ogni tanto arriva qualcuno che ci accusa di censurare testi o commenti, ciò è falso. Chi ci accusa sono le pochissime persone ineducate che pensano di poter liberamente inveire, in varie forme, contro chi vogliono, questo comportamento scortese non è ben accetto su LaRecherche.it. Ecco perché nel regolamento, che ciascun utente deve sottoscrivere per registrarsi e pubblicare, c’è scritto questo: “I testi gravemente offensivi la comune decenza e convivenza, deleteri per l’immagine di questo sito o dei suoi autori o di qualunque persona, Istituzione o Associazione, eccetera, potranno essere tolti dalla pubblicazione in qualunque momento senza previa informazione all’autore.” Insieme a poche altre norme che garantiscano un civile e educato svolgimento della vita comune.

Infine una parola sul nome. LaRecherche.it deriva dall’opera proustiana “À la recherche du temps perdu” di Marcel Proust, perché pensiamo che Marcel rappresenti, tra gli scrittori, ma non è ovviamente l’unico, l’anima di una scrittura non commerciale che si fa strada per la forza della sua ragione e della sua bellezza, perché varca i confini della parola per entrare in risonanza con la parte più intima di una persona, l’opera proustiana è specchio della natura umana di tutti i tempi.

Riguardo alle aspettative devo dire che sì, per ora sono soddisfatte, ma tutto è in continua evoluzione. Se dovessimo quantizzare le cose devo dire che da quando siamo nati, di mese in mese e di anno in anno, le visite al sito sono sempre in costante aumento.

 

2. Che tipo di poesia e dialogo culturale si fa su LaRecherche.it?

 

Su LaRecherche.it non si fa un tipo particolare di poesia, visto che la Poesia, per sua grazia, è un “tipo” non classificabile, questo è il mio punto di vista. Per quanto riguarda il dialogo culturale, devo dire che siamo aperti alle più diverse realtà culturali e alle novità.

Abbiamo da poco messo in piedi una sezione di e-book che si chiama “Indovina chi viene a cena?” È una Collana di “Arti varie”, curata dall’amica e redattrice Maria Musik, in cui proponiamo giovani artisti il cui filone di ricerca non percorre necessariamente quello della poesia strettamente intesa, ma arte poetica a tutto campo.

Passano a sfogliare le nostre pagine moltissime persone che provengono dalle più disparate esperienze culturali, scrittori famosi o in erba, ecco dunque che LaRecherche.it cerca di mettere in atto un altro dei suoi propositi, quello di rimescolare le esperienze, facendole circolare e mettendole a contatto, quelle più mature con quelle più acerbe, quelle di autori che ancora sono in via di definizione di una poetica e di uno stile, con quelle di autori che la poetica e lo stile l’hanno già ben definito. Cerchiamo anche di fare rete con altre esperienze analoghe, per esempio, in tal senso abbiamo dato avvio alla Collana “E-book da poesia condivisa” che ci vede collaborare con un altro importante blog di letteratura e cultura, Poesia 2.0, in particolare con la sua rubrica “Poesia condivisa”.

Ma il dialogo culturale non ha fronti ben definiti, i quali si espandono nella misura della disponibilità a innovare e a rinnovarsi nello spirito del tempo che viviamo, restando attenti alle istanze delle persone che lo rappresentano e che su LaRecherche.it hanno libertà di proposta e intervento.

In ogni sezione del sito, di fatto, si mette in atto un dialogo culturale, i testi proposti sono commentati, ci si confronta. Ogni autore può proporre, all’attenzione degli altri, i propri testi o i testi di altri autori, sia di poesia che di narrativa, oppure pensieri e aforismi, intorno ai quali si può instaurare un dialogo, un confronto. Altre due sezioni sono quella del Book Crossing, per fare circolare i libri nelle strade, e la sezione “4mani”, nella quale si mette in atto una scrittura collettiva imparando a innestarsi nel pensiero altrui con continuità. Hanno anche molto successo le interviste di autori che proponiamo. In determinate ricorrenze pubblichiamo antologie coinvolgendo molti autori. Insomma l’attività culturale non ci manca.

 

3. Montale auspica una cultura mediatica che sia “argine e riflessione” e non uno dei capricci del momento. Come contribuisce LaRecherche.it alla riflessione? Che strumenti offre per lo scambio di idee? Come si è creato, in questo ambito, un dialogo culturale? Quali frutti ha dato per il momento?

 

Riformulo la domanda per mettere in evidenza alcune contraddizioni, non della domanda ma del sistema: Come può la cultura mediatica, che caratterizza la nostra contemporaneità, essere “argine e riflessione” nei confronti di una tendenza culturale esibizionista e consumista messa in atto proprio dalla stessa cultura mediatica? Questa è una domanda molto interessante, sembra che un gatto si morda la coda. Siamo di fronte a un problema serio, visto che anche alla base della cultura mediatica dominante c’è un finalismo dirompente, e cioè quello della massimizzazione del profitto! Il profitto si massimizza se le immagini e i suoni esibiscono stereotipi tali da indurre al consumismo, dunque capaci di vendere. Secondo questo paradigma anche la cultura, i libri, l’arte in genere, devono essere vendibili, altrimenti non trovano spazi mediatici importanti, e vengono relegati da parte, in contesti fumosi di insoddisfazione.

Per respirare “aria buona” sarebbe necessario sconfiggere questa modalità mediatica. Potremmo farlo con la pressione di una cultura alternativa su quella dominante governata dal profitto. E qui sorge il problema, poiché tra le culture alternative si affastellano una miriade di esperienze mediatiche senza capo né coda, oppure esperienze ognuna delle quali è in realtà la brutta copia di quella dominante, essendo anch’esse intente a espandere i propri influssi mediatici e i propri piccoli-grandi interessi, cercando di allargare lo spazio dei propri fruitori e ottenere essenzialmente la stessa posizione delle strutture mediatiche a oggi dominanti. Insomma, i paradigmi di base non cambiano, quello che succede è che una esperienza mediatica vuole sostituire l’altra ma senza, di fatto, un reale cambiamento.

Tuttavia la speranza non viene meno e LaRecherche.it cerca di rafforzare una linea di pensiero, quella della gratuità, che è la nostra più importante caratteristica, il paradigma di base che ci rappresenta, tutto l’opposto dell’interesse del profitto. La gratuità, come già detto, prevede la capacità di donarsi. Pensiamo infatti che una nuova esperienza mediatica, capace di essere “argine e riflessione”, deve essere fondata su una cultura che pone a fondamento la gratuità e la democraticità dell’uguaglianza, dando opportunità in uguale misura a tutti, allontanandosi anche da una logica meramente meritocratica, ma entrando nella logica di un affiancamento fraterno e artistico capace di aiutare le persone a evolvere nella propria specificità, avendo cura dell’unicità insita in ciascuna natura umana, qualcosa che non sopraffà le altre, perché ognuna, insieme all’altra, completa lo sguardo sulla bellezza, che è poi, a mio avviso, lo sguardo sulla verità. La tendenza oggi è quella di lasciare indietro le persone: “Tu sei bravo, tu no”. “Tu puoi pubblicare, tu no”. Perché? “Perché devo vendere e ottenere soldi dalla tua produzione artistica”. Questo sistema uccide la cultura, l’arte, la bellezza, la verità, ci fa procedere a rilento sulla strada della conoscenza. Invece è necessario credere che ogni persona ha il suo campo di merito specifico ed è una risorsa unica per l’intera comunità, non solo dal punto di vista culturale, infatti la luce si espande, la persona umana è un tutt’uno, l’intera società potrebbe cambiare, stabilizzandosi non più su un sistema corrotto perché diseguale, ma su un sistema veramente democratico perché coinvolge tutti nella crescita.

È un obiettivo alto? Sì lo è. Ma è possibile incamminarci credendoci e non aspettando ritorni immediati. L’unione e il rispetto reciproco fanno la forza, dobbiamo scardinare i vincoli imposti da una mentalità che fa dell’arte un mestiere con cui arricchirsi.

È necessario mettere insieme le forze delle persone e le loro buone volontà, e ce ne sono. Lo dico con cognizione di causa, essendo, con LaRecherche.it, in uno snodo particolare e privilegiato di esperienze, vedo persone che sanno “regalare”, che si affrancano dalla logica dominante dell’interesse perché conoscono il significato della parola donazione, e non solo in campo artistico. LaRecherche.it cerca di mettere insieme tali persone.

Ecco quello che proviamo a fare, ed ecco i frutti, uno scambio fecondo di idee, una “Parva acies” che può diventare una forza per realizzare ciò che Montale auspicava, e non solo lui.

 

4. Puoi dirmi di più sulla pubblicazione gratuita di e-book? Quanto pensi che sia importante valutare gli e-book per la pubblicazione basandosi su giudizi di validità artistica senza vincoli imposti dalle mode del momento. Quali altre possibilità la rivista offre all’artista per farsi conoscere? Ci sono casi di scrittori emergenti per i quali è stata importante trampolino nel mondo della scrittura?

 

Parto dal “trampolino” e dico subito che questo modo di pensare non ci appartiene. Non vogliamo essere trampolino di lancio, bensì luogo di scambio e crescita, per alcuni un luogo di partenza alla ricerca della propria poetica, cioè di quel diamante che giace, bellissimo, nell’inconscio, e che magari neppure si sospettava di avere, così è successo a molti che conosco. Alcune persone, alle quali, come si usa dire, non avrei dato un soldo dal punto di vista artistico, mi hanno stupito per le loro potenzialità quando hanno individuato in sé stesse quel diamante e l’hanno fatto emergere. La poesia, in senso più ampio, è un affare tutto umano, a cui ogni uomo è sensibile, si tratta solo di riuscire a mettere a tacere quel mostro che è il rumore mediatico circostante, fatto di trasmissioni televisive orrende, di libri e programmi radiofonici che propinano solo arte per l’interesse di pochi (mi riferisco anche a trasmissioni culturali incapaci di allontanarsi dall’orticello dei soliti nomi noti di autori o case editrici, eccetera). Ci caschiamo dentro e pensiamo che quella sia l’arte assoluta e inarrivabile, mentre invece ci allontanano sempre di più da quello che è il nostro essere e la gioia di trovare in noi e negli altri il quid artistico che è la novità che tutta l’umanità attende.

Gli e-book “Libri liberi” de LaRecherche.it osano proporre, come già accennato, scrittori a tutti i livelli di maturità artistica – ma ovviamente non siamo gli unici –, in alcuni casi si tratta di scrittori anche molto noti, in altri casi di scrittori sconosciuti, all’inizio del loro percorso. Li proponiamo dandogli fiducia, anche se talvolta la loro scrittura non è ancora matura, ma fanno capire che hanno scoperto in sé stessi il diamante di cui accennavo e sono intenzionati a farlo emergere e risplendere per la gioia di tutti.

Tutto ciò è possibile, e siamo credibili, perché non abbiamo interesse a guadagnarci sopra, non siamo costretti a seguire le mode del momento. Ci sono alcune case editrici che propongono di tutto senza selezionare, anche autori in erba. Lo fanno perché ci guadagnano, l’autore paga la pubblicazione, e dunque non stampano un libro per amore della scrittura ma per amore del soldo che può portare loro la scrittura delle persone che sono indotte a pensare, dalla mentalità esibizionista corrente, che pubblicare possa procurargli successo, per questi autori è più una velleità che non una necessità. Ma ci sono editori che pur facendosi pagare le pubblicazioni, perché con i libri di poesia non si va in pari con i conti, fanno una seria e decisa selezione dei testi proponendo autori di grande valore. Spesso non rischiano su autori un po’ più deboli. Noi invece possiamo permetterci di investire anche sui più “deboli”.

Per quanto riguarda noi, funziona così. Gli autori ci inviano le loro proposte, le leggiamo, se riconosciamo nella scrittura una scintilla di ricerca sincera, dettata da una sorta di necessità latente nel testo (ogni autore è un mondo a sé stante), sottoscriviamo un semplice “Accordo di pubblicazione” e ci lavoriamo sopra fino ad arrivare alla pubblicazione.

Normalmente da quando un autore ci invia una proposta di pubblicazione, a quando rispondiamo, passa un po’ di tempo, poiché le forze sono quelle che sono e le richieste sono molte. Proponiamo e-book che spaziano dalla narrativa alla poesia alla fotografia alla pittura.

La gratuità della pubblicazione è anche per il lettore che potrà liberamente scaricare l’e-book in formato pdf o epub, con la possibilità di inviare l’e-book anche sul Kindle in formato mobi. Il libro rimane visibile per lungo tempo in prima pagina sul sito dedicato agli e-book, www.ebook-larecherche.it, collegato a www.larecherche.it. Lo pubblicizziamo presso i nostri contatti, ma soprattutto è l’autore che può pubblicizzarlo come meglio crede, avendo sempre il libro disponibile per i suoi lettori nello scaffale-vetrina virtuale; cosicché nel tempo i downloads, visibili in corrispondenza del libro, aumentano. A differenza dei libri a stampa, l’e-book è sempre disponibile.

 

5. Cosa risponderesti alla domanda di Montale: “Potrà sopravvivere la poesia nell’universo delle comunicazioni di massa?”

 

Certo che sì, caro Montale. Poiché la poesia è un affare tutto umano, e finché ci sarà un uomo, anche dietro un monitor, non necessariamente dietro un libro, la poesia ha ottime chance di vivere, e anche bene, magari in forme a noi ancora ignote, chi può saperlo. È proprio questa nota di dubbio, come pensava Leopardi, che ci porta verso la verità, ma mai ce la farà raggiungere, perché la verità è fatta di continua novità, è sempre un po’ più avanti, anche all’uomo più illuminato.

 

 

Ti ringrazio di cuore per la collaborazione.

 

Grazie a te Liza

 

 

[ Questa intervista è stata realizzata da Liza Bellandi per scrivere un articolo pubblicato su RadioEco.it, il cui titolo è: La poesia al tempo dei social - rispondendo a Montale ]

 


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