Pubblicato il 26/06/2012 22:04:26
Notte di sogno incubo afflosciato stanco, fisso il rumore del cielo grumoso di caldo. Non è il cimbalo del temporale lontano, forse il cuore che bussa il richiamo roco nelle ombre cangianti del sonno strozzato. Fuori, un manto d’ombra schiaccia sul vuoto mentre io m’accorgo del doppio accovacciato accanto al letto che scruta le mie membra sudate. Chi sono, nello specchio rifratto, nell’intrigo rosso di segmenti esistenziali? L’io impoetico che si sbatte disperso tra carte sdrucite e strappate nell’urlo dell’oggi assemblato da mani impietose? Oppure quel lui ingessato nell’aria da savant, ma condannato ad insozzarsi nell’opporsi del mondo paludoso d’attriti e contrari? Mi ricongiungo nell’amplesso, io tu molti, traccia di materia oscura sostanza di luce: qualcuno, lontano, cerca con spari d’abbattere il diverso, per questo m’accingo alla cerca della molteplice identità del mistero sublime.
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