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Liliana Zinetti su Amina Narimi

Argomento: Letteratura

di Quattrostraccisullapelle
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Pubblicato il 20/05/2017 21:45:30

Critica,Ospiti a - m,Poesia,Zinetti Liliana

Amina Narimi, Nel bosco senza radici, Terra d’Ulivi

Amina Narimi pseudonimo di Claudia Sogno è l’anagramma di ‘anima rimani’; pubblica sul suo blog personale e sul sito La Recherche.it che ospita sue numerose poesie. Sue pubblicazioni inoltre sono presenti sul sito “Il giardino dei poeti” e sul “Word Social Forum”. Alcuni suoi testi si trovano in una  raccolta di autori diversi pubblicata da Limina Mentis. Nel bosco senza radici è la sua opera prima edita da Terra                                                                                         d’Ulivi Edizioni 2015.

 

Il bosco di Amina è bagnato dalla neve e da una luce che getta inquiete, dolenti ombre; un bosco che l’autrice definisce senza radici; eppure il sonar delle sue parole, un sonar potente, immaginifico, è scandaglio che le porta alla luce in testi tesissimi, coinvolgenti come quello che apre la sezione “La preghiera di Narimi” dedicato alla madre; presenza / assenza che pervade l’intero libro. Le radici, seppure dolenti, forzano il buio per esplodere in fioriture di immagini assolutamente originali e intense.
Nella <<spuria di notte yelda>> , in quel “ fermarsi del Sole” che suggerisce uno stato di protratta immobilità notturna e di gelo, Amina Narimi dispiega il suo canto / preghiera in un susseguirsi di versi di non immediata comprensione, ma di assoluta suggestione.
Non si deve però pensare ad una poesia statica; la poesia di Amina è vitalissima e sicura, procede con la  forza e l’intelligenza di un’anima che conosce il dolore e lo trascrive  indagando la neve, la luce, il buio, la perdita con una tenerezza partecipe e dolente. Salvo poi affermare: <<vedi, anche la morte ha avuto fine>> e ancora <<la vita è bellezza vergata ogni attimo, ogni ora>>
Vi è un incessante colloquio tra gli elementi della terra e del cielo, animali e fiori; il tutto raccontato con
un lessico originale nel quale compaiono  vocaboli in altre lingue.
E più di questa scarna nota meglio si confanno alla poeta ( che nel libro accenna a Rayuela, il  gioco del mondo) le seguenti parole, tratte dall’omonimo  libro di Cortázar :

“A quel punto mi ero accorto che cercare era il mio destino, l’emblema di coloro che escono la notte senza alcuna precisa intenzione, lo scopo degli assassini di bussole”

Che è (anche) il destino dei poeti.

 

http://spaziozero54.altervista.org/amina-narimi-nel-bosco-senza-radici-terra-dulivi/?doing_wp_cron=1495277979.0839049816131591796875#comment-2220


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