~ DIVIDE ET NON IMPERA ~
Appunti alla lettera della Segreteria del Partito Democratico Astigiano sulla testata de La Nuova Provincia del 23 giugno 2017.
Dopo aver esaminato la lettera della Segreteria del suddetto Partito, dopo aver parimenti preso atto delle odierne informazioni sulle Elezioni Amministrative 2017, mi rendo conto dell’assurdità della strategia delle Sinistre, sia a livello locale che a livello nazionale, e come il loro fallimento abbia portato alla vittoria delle Destre in tutto lo stivale.
Risulta - quindi - evidente che i personalismi sono stati la causa contingente della sconfitta del Partito Democratico: questa è la contestualizzazione della politica centrale, intesa come evidenza della dirigenza romana, nella nostra piccola realtà, la quale ha subito inevitabilmente il giogo degli interessi personali contro la stessa volontà politica dell’elettorato.
Se persino la destra si è resa conto che uniti si vince, l’unica motivazione per la quale tutte le liste della sinistra astigiana hanno perso è l’inopinabile mancanza di leadership, dalla segreteria alla principale candidata sindaco, che non è stata capace di far confluire in una lista l’intere componenti delle forze ad essa vicine.
Questa evidente incapacità di coesione politica, unica motivazione dell’ascesa della Corazzata Rasero e del successo immotivato del Movimento 5 Stelle, deve comunque far riflettere l’intera direzione, sia provinciale che regionale, su cardini fondamentali su cui si struttura la Sinistra Storica Italiana.
Questa non è solamente l’opinione di un giovane studente, candidato assieme a Giuseppe Rovera nella lista Ambiente Asti, ma è l’opinione di molti anziani iscritti, e da sempre sostenitori, del Partito Democratico, gravemente delusi dal comportamento inappropriato dei loro dirigenti.
Per un votante di sinistra, queste elezioni sono state l’immagine palese della situazione dell’Italia, vittima esacerbata da una politica nazionale personalistica.
Auspico, personalmente, che queste riflessioni portino all’avvento di una nuova leadership, più consapevole e più vicina alla mentalità della sinistra internazionale, coinvolgendo tutte le espressioni, dalle più blande alle più ortodosse, del centrosinistra.
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