Narciso
La fonte era, tra canne, un muto specchio.
Venne il pastore e alla muta acqua
abbeverò il suo gregge.
Ma nel riflesso sognò un'essenza nuova:
d'esser di Cizio, magnifico straniero,
di ricca veste adorno e nobile d'animo e di mente;
così vagheggiò l'altro se stesso.
Il pastore "Narciso" era chiamato.
E lo straniero? Vedesti un giorno, o Narciso,
lo straniero? Era il divino Adone, di regali vesti
adorno, che lo sguardo infino al tuo sospinse un giorno,
quegli che altri dissero che tu eri, tanto la somiglianza
s'era fatta carne?
Ma duro come la roccia, da penetrare, è l'intendimento dell'altro.
Narciso! E' il tuo specchio! non vedi
con che occhi ti guarda, come della veste
apre le pieghe e con mano tremante
sfiora le tue costole, tra le sue dita non senti
un corpo fatto aria?
Narciso, l'anima vuole!
Da "Sehnsucht"
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