Pubblicato il 13/09/2013 08:30:39
La casa profuma già di autunno. E una volta ancora siamo impreparati, senza pullover né sciarpe. Nuvole inattese dal mattino oscurano le colline. Dobbiamo sbrigarci a fare un po' di provviste, perché tra poco arrivano i venti sbraitanti. I vapori della cucina occupano il primo posto nel silenzio del corridoio. A uno a uno chiudono i locali sul mare. Sul molo bagnato pacchetti di sigarette vuoti, recipienti di plastica, giornali e i gatti randagi affamati che guardano l'orologio della dogana privo di lancette. Domande dimenticate cigolano di nuovo come banderuole arrugginite sui tetti di case abbandonate, i cui proprietari sono morti di tisi anni fa senza lasciare eredi. Ma tu, a dispetto della pioggia e dei venti, insisti sotto la tua lampada, su questa sedia dura, per lasciare qualcosa a chi verrà dopo – almeno due versi, scritti con la mano della pioggia, che indichino tremanti sempre, sempre, in direzione del sole.
Karlòvasi, 14.VIII.87
(da "Molto tardi nella notte", 1991 – Traduzione di Nicola Crocetti, vedi http://cantosirene.blogspot.it/2013/09/in-direzione-del-sole.html)
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