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La Memoria del Tempo

di Federica Bucci
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Pubblicato il 18/09/2014 15:28:21

-Allora?- sollecitò la bambina senza però ottenere alcuna risposta. Intorno a loro il piccolo paese era immerso nel silenzio più totale; l'ora era tarda, faceva freddo e gli omicidi degli ultimi giorni scongiuravano le uscite dopo il calar del sole. -Oh andiamo Neil, non possiamo certo andarcene ora che abbiamo trovato questo posto.- Lasciò la presa e incrociò le braccia al petto con un broncio degno della miglior recita.

-Ti comporti come una mocciosa-

-Forse non ci vedi bene.- Neil rise accendendosi una sigaretta sotto lo sguardo severo di Noriko -Mi chiedo perché mai fumi-

-Beh di certo le sigarette non mi uccideranno.- Lanciò uno sguardo dall'altra parte del parco. Il vicolo dove si erano fermati era buio e puzzava di pesce in maniera nauseabonda, ma davanti a loro c'era la cena ancora calda: dovevano solo pazientare un po'. -Dopo stanotte ce ne andremo. Non possiamo permetterci di essere trovati o ci appenderanno alla baia di Osaka per i piedi-

-Terribile sorte, eh? Neil sii serio, potrebbero farci qualsiasi cosa e non servirebbe a nulla. Potremmo avere in mano il mondo e invece ci nascondiamo come reietti in una società che sovrabbonda di cose senza senso.- Era al limite della sua sopportazione, continuava a ripetergli le stesse cose da mesi senza mai ottenere ascolto. Le cose sarebbero dovute cambiare, dovevano cambiare, o c'avrebbe pensato lei a prendere in mano le redini di quel gioco ormai logoro.

Neil si leccò le rosse labbra pregustando il momento in cui avrebbe finalmente assaporato il suo pasto. -Si è seduto, vai.- Le dette un pizzicotto su una guancia, lei alzò gli occhi al cielo rassegnata e mise una mano in tasca del giaccone. L'oggetto che ne tirò fuori era grande quanto il pugno di una bambina di sei anni e riluceva di luce propria: era la Sfera. La tenne con entrambe le mani, poi la strinse al petto e un attimo dopo la luce si intensificò a tal punto che dei fasci fuoriuscirono fra le dita e pitturarono la parete dello squallido vicolo. Neil socchiuse gli occhi parandosi con un braccio e quando finalmente la forte luce finì riuscì ad ammirare Hirono.

La piccola Noriko non c'era più, il suo cappottino rosso con il cappuccio lente erano spariti lasciando posto ad un sinuoso vestito di seta scarlatto molto scollato che non lasciava spazio a malintesi. Inserì la sfera nella borsetta che sostituiva lo zainetto e si incamminò verso il parco, muovendosi con fluidità. -Ci vediamo al solito posto- disse senza voltarsi, poi si udì solo il suono dei tacchi alti.

Neil scosse la testa e uscì allo scoperto prendendo la direzione opposta.

 

Quando quell'uomo la vide arrivare, Hirono poteva leggere nel suo sguardo la lussuria più squallida e nei suoi pensieri tutto quello che avrebbe voluto farle. Era un tipo che ci andava giù pesante, amava legare le ragazze al letto e penetrarle dietro mentre con le dita provava a farle godere; poteva andare avanti così per ora intere senza esaurire le forze, aveva una grande prestanza fisica e amava vantarsene.

Lei sorrise. Qualche volta era difficile far finta di nulla quando sentivi i pensieri degli uomini, ma non quella volta; alla fine era solo un patetico omuncolo e comunque sarebbe morto prima che potesse anche solo provare a toccarla.

-Questo posto è occupato?- chiese con voce suadente, ma senza esagerare. Lui deglutì un po' a fatica e scosse la testa, senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso. Hirono sedette accavallando le gambe e inumidendosi le labbra con la punta della lingua, fingendo di non vedere la mano di lui che d'istinto finì sotto la lunga giacca a vento. -So che può sembrare sciocco da parte mia dirlo, ma credo proprio di essermi persa.- Sbatté le ciglia senza mai far cadere il sorriso. Si avvicinò impercettibilmente all'uomo, pochi minuti e sarebbero stati così vicini da poter sentire il suo alito sulla pelle.

-E'unpostopiccoloquesto,- rispose tutto d'un fiato e arrossendo come una verginella sotto la luce sporca di un lampione, -dovedeve... andare?-

Era un viscido vermiciattolo senza alcuna utilità per il mondo; non aveva famiglia, non aveva amici, lavorava come commesso part-time nello spaccio del paese e aveva un appartamento simile ad una topaia che condivideva con un vecchio gatto malato. Ucciderlo sarebbe stato un aiuto per l'ecosistema.

-Dove credi che voglia venire?- Si fece rigido sulla sedia, ma non era l'unica cosa che doveva aver di duro. Hirono gli si avvicinò esponendo il petto. Adesso lui aveva una gran bella visuale del suo seno abbondante. -Mi daresti una mano?- Gli afferrò un palmo accarezzandolo molto lentamente, poi tirò fuori la lingua e gli succhiò un dito senza mai perdere il suo sguardo.

L'uomo sussultò, impacciato cercò di dire qualcosa, ma Hirono fu grata di non sentire nessuna patetica parola. Gli si posò sul grembo sentendo la sua eccitazione premergli su una natica e questo gli fece perdere il controllo. La afferrò per le spalle cercando di ficcandogli la lingua in gola, ma Hirono fu svelta e lo allontanò cercando di essere sempre molto audace.

-Non vorrai mica farlo qui?- ondeggiò sulle sue gambe – ho io un posto... vieni...- si alzò prendendolo per mano e lui la seguì come un bambino.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto più totale, perfino i suoi desideri erotici erano così accesi da annullarsi, in un certo senso e Hirono ne fu compiaciuta.

Quando giunsero al portone dell'edificio dove Neil stava pazientemente aspettando però, l'uomo sembrò recuperare un po' di senno: -questo edificio è abbandonato da anni ormai- provò a fare qualche passo indietro, -non è un bel posto dove andare, non hai sentito degli omicidi?-

Lei allargò il sorriso avvicinandolo a se e strusciando sul suo corpo i morbidi seni, il sedere sodo, allungò persino una mano verso il suo ventre, mentre con l'altra apriva il portone: -vieni dai...- e lui entrò.

Era buio pesto all'interno, fu allora che ad un tratto Hirono lo spinse al muro baciandolo. Un attimo dopo cinque lingue di fuoco la avvolgevano mentre con ferocia prosciugava quell'uomo della propria energia vitale: ogni secondo che passava quello sconosciuto che nessuno avrebbe rimpianto si afflosciava al suolo mentre lei diventava più forte.

Da un angolo buio comparve Neil con un sorriso sarcastico dipinto in volto -Posso?-

Lei si staccò soddisfatta e strattonò il corpo senza forze del malcapitato verso l'amico -e' tutto tuo.-

Il sorriso mutò e i canini sembrarono ingrossarsi fino a diventare due lame taglienti e aguzze. Neil afferrò l'uomo per la giacca, gli lanciò un ultimo sguardo disgustato e affondò i propri denti nella carne.

 

Quando la notte mutò in giorno Hirono non c'era più e raggomitolata vicino a Neil era comparsa Noriko. Lui sbuffò svegliandola, non amava quando faceva così.

-Sveglia, maledizione!-

-Hai l'alito che ti puzza di sangue, mastica una gomma.-

La guardò perplesso, ma si alzò. Era quasi nudo, indossava solo l'intimo e odiava trovarsi stretto a Noriko. -Ti avevo detto di trasformarti quando sono sveglio, lucido e ben lontano da te, mi pare.- Indossò i pantaloni senza neppure chiudere il bottone, poi afferrò la camicia. -Puoi anche fare finta di non sentirmi se ti fa stare meglio, infondo ti comporti proprio come una bambina-

-Sul serio? Che differenza vuoi che faccia, Neil, se ho otto o trent'anni?! Non sono né l'una né l'altra!-

-Ne ha per me, Yukie.-

Si voltò per guardarlo, a bocca aperta. Non la chiamava quasi mai con il suo vero nome e sentirglielo pronunciare con tanto astio la faceva stare male.

-Io sono stato un uomo prima di esser questo e anche se per te non ha alcun significato, per me invece è fondamentale. Vorrei che ogni tanto potessi riuscire a capirmi, invece di spendere tempo a contrastarmi.-

Uscì fuori dall'edifico scavalcando il corpo dell'uomo della sera prima. Alla luce del giorno lo scempio che avevano fatto era ancora più orripilante e maledettamente reale.

 

Era in quel mondo dall'alba dei tempi ed era quindi antica come la terra stessa. Non aveva mai avuto intenzione di usare la sua Sfera, per secoli si era limitata a custodirla come il più prezioso dei doni, ma senza intenzione di usarlo. Poi però le Ere si erano susseguite senza pietà e aveva visto le storie che narravano di loro trasformarsi da verità a mito, da mito a leggenda e infine erano solo diventate fiabe per bambini; era stato dura per tutti, per ogni creatura che non trovava più posto in quel mondo dominato da tante storie prive di magia: i tempi erano duri, loro che si erano sempre nutriti di vita perché era stata la Vita stessa a generarli si erano trovati soli in questo Tempo che alla fine li spaventava più di qualsiasi guerra vista. Così aveva deciso di usare la Sfera, mutare, trovare finalmente un posto in quel mondo che non aveva spazio per la sua vera forma e un giorno, uno uguale a tanti altri prima, aveva assunto le sembianze di Noriko.

Il mondo iniziò a vederla, non era più invisibile agli occhi della gente, ma era al centro dell'attenzione di qualcuno. Capì presto che essere una tenera bambina di otto anni aveva i suoi vantaggi, ma doveva anche nutrirsi: aveva cambiato il suo aspetto, ma doveva comunque cibarsi di Vita e così, dopo aver passato un giorno a camminare fra gli uomini, aveva capito che non c'era niente di meglio di Hirono per riuscire ad ottenere quello che voleva. Così Yukie, la Kitsune* dalle cinque code, diventò la tenera Noriko e la seducente Hirono; con il tempo riuscì a trasformarsi senza troppa fatica e la vita fu più facile, ma scoprì presto di non essere meno sola. Certo, la gente poteva vederla, toccarla, sentirla, ma ogni notte quanto tutti tornavano nelle proprie case, dalle proprie famiglie con i propri cari, lei tornava ad essere una semplice spettatrice: che fosse Yukie, Noriko o Hirono non aveva alcuna importanza.

Un giorno però cercando la cena si era imbattuta in qualcuno che sembrava affamato quanto lei: aveva sentito parlare delle creature chiamate vampiri, erano antichi e potenti e anche se non possedevano la saggezza della sua stirpe, erano comunque la cosa più simile a lei che avesse incontrato fino a quel momento. Aveva seguito Neil e lui l'aveva illusa di non averla vista, ma proprio quando stava per farsi avanti lui l'aveva sorpresa braccandola come un animale. Non si era fatto ingannare dal sua aspetto, anche se non riusciva a dare un nome a quello che aveva davanti, Neil poteva sentire l'enorme energia che emanava quella creatura.

Avevano parlato, si erano studiati a vicenda e in fine, per la prima volta da quando era mutata in forma umana, Hirono aveva scoperto il piacere di unire il proprio corpo a quello di un altro essere. Era stato strano, Neil era freddo e morto e lei invece pura luce e fuoco, eppure era stata la sensazione più bella che avesse mai sperimentato prima: era riuscita perfino ad abissare la voglia di nutrirsi.

Erano passati solo nove mesi da quando si erano trovati, un tempo strettamente relativo per chi, come loro, viveva l'Eternità.

 

-Neil! Neil ti prego fermati- e lui si fermò, come aveva sempre fatto. Non si voltò, ma sapeva che lei lo avrebbe raggiunto. -Mi dispiace,- disse Noriko alle sue spalle, -sono stata una sciocca- aggiunse Hirono.

Neil si voltò. Davanti a lui c'era Hirono con lo sguardo lucido, si mordeva le labbra; il vestito rosso era sgualcito e una spallina era scesa mostrando la spalla perfettamente levigata. Neil allungò una mano per sistemarla, ma lei lo strinse in un impeto di paura.

-Hirono … va tutto bene,- le accarezzò la testa dandole dei piccoli baci, -va tutto bene.- Ricambiò l'abbraccio e mentre si lasciava scaldare dal corpo di lei ebbe la sensazione che qualcuno li stesse osservando: alzò lo sguardo verso la loro destra e vide una figura in piedi dietro una finestra. Durò solo un attimo però, poi quell'ombra sparì.

-Qualcuno ci stava guardando-

-Sarà stata qualche vecchia mattiniera-

-Ti sei trasformata alla luce del giorno in mezzo ad un parco.-

Hirono si staccò da Neil facendo una smorfia. Era stata stupida, ma aveva davvero avuto paura di restare ancora sola, paura di vederlo andare via e non tornare mai più e allora cosa avrebbe fatto? Lei lo sapeva, lei sapeva che se fosse restata nuovamente sola sarebbe morta di solitudine.

-Cosa facciamo?-

-Ce ne andiamo. Ora.-

Attraversarono il parco a grandi passi, ma camminare velocemente sui tacchi per Hirono era difficile, così, questa volta nascosti dagli alti cespugli, vestì i panni di Noriko che con le sue comode scarpette sgambettò velocemente seguendo Neil in un vicolo parallelo a quello dove erano restati nascosti la notte prima.

-Senti?- gli chiese sbirciando verso il parco. Lui annuì visibilmente preoccupato, strattonandola verso la fine del vicolo.

-Non esporti. Adesso voglio che tu mi stia bene a sentire: questo è un paese che ha vissuto fino a poco tempo fa lontano dall'occidentalizzazione e ha memoria delle creature come me e te. Ci daranno la caccia fin quando non ci avranno trovato, quindi dobbiamo creare un diversivo. Io me ne...-

-No. Tu non vai da nessuna parte.- Le si era acceso un fuoco dentro, aveva lo sguardo infuocato e la sua energia era diventata quasi palpabile. -Io posso permettermi di essere presa, non possono uccidermi. Se invece, come dici tu, hanno memoria di quello che sei sapranno come eliminarti.-

Ma Neil non l'ascoltava come non aveva mai fatto quando diceva qualcosa che a lui non piaceva. Fissava il parco, sempre più preoccupato, quasi disperato.

-A te possono fare qualcosa di molto peggio e lo sai bene.- Le posò una mano sulla testa e sorrise lasciando da parte la crescente preoccupazione che sembrava averlo completamente stordito. -Voglio Hirono.-

Una lacrima le scivolò sul volto, ma la inghiottì frugandosi nelle tasche. La Sfera si illuminò e Hirono prese il posto di Noriko. Neil la abbracciò forte, poi la guardò dritta negli occhi con sguardo fermo: -scappa Yukie. Qualsiasi cosa succeda, tu non tornare indietro, promettimelo.- La baciò sulle labbra, poi le penetrò la bocca con la lingua e le succhiò l'amore fino a prosciugarsi lui stesso. -Tu meglio di chiunque altro sai bene che una cosa resta in vita fin tanto che ci si crede. Non smettere mai di credere in noi.-

La liberò dal suo abbracciò e uscì da vicolo velocemente. Sapeva che lei non avrebbe cercato di fermarlo perché era quello a cui l'aveva sempre preparata. Non si era mai illuso che quellavita durasse per sempre, ma avrebbe voluto renderla ancora più felice di quanto non aveva potuto fare in quei pochi mesi.

Hirono lo guardò allontanarsi. Non un'altra lacrima le scivolò sul volto, nessun pensiero in testa, nessuna sensazione le invadeva lo spirito; prese solo la strada opposta a quella di Neil quando ormai lui non era più alla portata del suo sguardo inespressivo stringendo a se la Sfera.

 

Lei lo sapeva, lei sapeva che se fosse restata nuovamente sola sarebbe morta di solitudine.


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