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Delirio

di Federico Cesareo
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Pubblicato il 11/07/2009 17:19:36

E ancor rifugio cerca all'oasi
falsa chimera di disilluse spemi
L'alma tradita e stanca
che di mortal gelore
approssimarsi avverte il lieve passo.

E si trascina prima e si dispera
e piange
che L'Amore arsura
come fuoco
dentro s'avvampa e brucia.

S'abbatte infine e su aride labbra
muto nome bisbiglia
che dal pensiero fugge.

A se' forse richiama
per ritornar sui passi
ma invano

Di miraggio ingannevole e crudele
vittima ormai
si logora e a partorir frenetiche
illusioni nuda s'accoscia.

Ma morti sono
generati da fattrice morta
sogni e desideri
che morti sono ancor prima
di varcar la soglia.

Stringe sua mano nell'innatural travaglio
di sottil rena un pugno
e mentre s'adduol
veloci sfuggono i granelli e niente resta:
aperto il palmo e nudo.

Ma allora mente vacilla e gia' s'appresta
Morte avvoltoio a consumar macabro pasto
sputando poi scarnite
l'ossa
nell'arido deserto della vita.

Federico Cesareo

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