Pubblicato il 25/05/2014 15:08:18
Il corpo sta alla terra come il cuore all’addio bestie intrecciate che si appartengono per destino nonostante la lotta. Prima si perde il sonno, poi i capelli, poi tante parole fino a io, quella che tiene tutto. Dopo dilaga l’urlo che stava quieto per educazione, si rende l’anima al cielo da cui cadde – sei animale, sei pronto. C’è un ordine, in ogni morire, che conquista.
Di che cosa ragiono? Più di nulla, prevedo i temporali, lascio che l’autunno mi riguardi, resto fuori, faccio equazioni fino all’alba tra un’aquila e uno specchio, scommetto di tramutare un sasso nel sasso di sempre sotto gli occhi degli altri, che ogni cosa sia la stessa cosa se la guardo. Sento che è poco, voglio che sia meno. Sognare un ago immenso che cuce inutilmente il cielo.
https://lapoesiaritrovata.wordpress.com/2013/04/10/silvia-bre/
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