Come scrive la psicologa, psicoterapeuta nonché scrittrice Valeria Bianchi Mian a proposito del suo notevole volume Favolesvelte:
“In questo libro troverete una buona parte delle trecentosessantacinque storie che io stessa ho inventato e disegnato per il blog nato a partire dal gennaio 2014 per esattamente un anno. Alcune opere sono rimaste fuori dal contenitore o perché troppo auto-referenziali o perché meno convincenti.
La maggior parte dei disegni che andrete a scoprire tra le pagine sono stati rinnovati o completamente rivisti per la pubblicazione: ho scelto di illustrare solamente alcune. Il volume è organizzato in quattro aree. Nel primo gruppo troverete le storie d’amore, un compendio d’amore, il sentimento osservato nelle sue differenti forme. Nel secondo “capitolo” incontrerete le classiche filastrocche per bambini, le fiabe e le narrazioni del mondo fantastico, onirico e della vita quotidiana; potrete leggere le poesie civili e le storie evolutive. Nella terza parte del volume si entrerà nel buio leggendo i versi più “neri. Nella quarta ed ultima parte verranno narrati i casi di Daniel Viola.
Sono filastrocche tutte notevoli che descrivono perlopiù nani e angeli, cavalieri e regine di cuori, ma non bisogna credere sia solo un’immersione immaginifica. Valeria Bianchi Mian possiede come arma descrittiva che ne fa tessuto narrante l’occhio immerso nella realtà sia azzurra che bigia perciò scrive di chi vive, sorride e piange, di chi impara e ricorda da adulto d’essere stato bambino. Di chi ama, di chi soffre e dei tanti umani strani che ci circondano, col parrucchino e gli stivali. Narra del il mondo che amiamo o odiamo per quel che di strano e folle ci regala. Perciò si riscontra tanta voglia di vivere la vita in queste filastrocche, alcune impreziosite da disegni molto belli. Usa anche la matita e i colori per illustrare ciò che la tecnica descrittiva non può esplicitare: elfi e strani personaggi.
Per cogliere qualche esempio del testo che si può trovare nella sezioni amore, a partire da Il sasso filosofico in poi, sono tutte visioni per la maggior parte oniriche e prettamente introspettive, chiaramente con forti influssi psicoanalitici junghiani. Ho citato la sezione amorosa perché è la più intensa ma anche le altre sono costruite col medesimo archetipo.
Citerei in particolare sette filastrocche (tre della sezione amorosa, altrettante della sezione Favolesvelte dell’evoluzione ed una della penultima sezione Favolesvelte nere.)
La filastrocca d’apertura IL SASSO FILOSOFICO E IL FIORE
C’era una volta un piccolo sasso
che giù dal monte in basso
nel mezzo di un prato tutto fiorito
laggiù-proprio in fondo-fino al fossato
dove un bel fiore di colore rosso
si stava lisciando il petalo mosso.
Mosso dal vento, il fiore cantava
canzoni d’amore e Amor sognava.
“Eccomi qui!” disse tosto quel sasso.
“Ti appaio forse un pochino gradasso
ma se son caduto, è il destino
a volerlo: ecco, lo vedi, il cammino
del moto muove, infatti, anche il fisso.
Ora ha mosso l’immoto-questo sasso
dal monte -ed io, sasso, starò col fiore
per cercare insieme un ponte d’amore.
Siamo coppia un po’ strana, eppure
a te offro adesso le mie buone cure:
l’ombra, il riposo ed anche il riparo
perché tu, fiore, mi sei già caro.”
Il fiore arrossì, divenne più rosso
e amò quel sasso caduto nel fosso.
A pag. 49 IL MATRIMONIO
L’incontro amoroso tra il Sole e la Luna
non avviene molto spesso ma una volta
ogni tanto, come adesso, lei è piena
di lui, e lui nel suo abbraccio l’ha accolta.
Non avviene molto spesso, come adesso
che i due s’incrocino sopra il mio tetto.
Per fortuna, chè ogni volta che fan sesso
trema il palazzo nell’abbraccio perfetto.
Sole e Luna son “momento eccezionale.”
Non tutti i giorni tu ed io siamo in cucina
a cucinare effetti da sesso astrale-
ma le parole che tu mi scrivi ogni mattina
sono favola avvolta che dice noi due.
A te-proprio te-dono una filastrocca
perché pazienza e attenzione sono le tue
carte al Sole, ed io son Luna che oro tocca.
A pag. 61 PERSEFONE
Cara amica perché ti lamenti?
Hai scelto tu stessa la tua sorte:
Regina di paure e tormenti
per sei mesi l’anno tu sei Morte.
Nell’attimo stesso in cui hai ingoiato
quei tre chicchi più rossi del sangue
col Re infernale hai suggellato
il vincolo che ti rende esangue.
Sorella, tu hai altri sei mesi
per tornar donna sulla terra.
I tuoi giorni son come archi tesi
sovrana spezzata che oggi erra.
A pag. 96 IL GATTO CHE VOLEVA VOLARE
C’era una volta un bellissimo gatto blu.
Milù era scuro come la notte sul mare
era cielo lucido, un manto senza stelle.
Quasi luce risplendeva il suo buio pelo.
Milù si arrampicava sul tetto, più su
sempre più su: saltando, voleva volare.
Desiderava toccare la Bella tra le belle
andare sulla Luna per strapparle il velo.
Forse l’astro argenteo, il celeste bijou
può rendermi allegro, può rischiarare
il mio umore triste, come le caramelle
colorate nei barattoli, le mele sul melo.
Potrà amarmi? Lei ama la notte, il blu
del cielo in cui lei stessa abita, le rare
sfumature. La Luna mi sorride, sorella
del Sole, amante lontana…ecco
…
Volo!
…”
Milù si ritrova sul prato: è caduto giù.
Fino al mattino se ne starà a miagolare
poi ternerà da me verso l’alba, monella
mattiniera, con i sogni di un gatto solo.
A pag. 104 LE OMBRE SUL MURO
Ombre brevissime e sagome lunghe
ombre smunte vanno ondeggiando lievi.
Ombre nerissime, grigie e opache
ombrette fuoriuscite dalla brace.
Ecco le ombre vere cercate di notte
da quella fatina sconsiderata.
Con la sua bacchetta in rosso fuoco.
Il fuoco scoppiettante, esuberante.
Lucciola brillante è il lume fioco
che coglie l’aurora con i miei racconti
di ombre che sul muro son danzanti.
Tu dormi, bambino: è giunta l’ora!
Dormi adesso
e poi dormi ancora!
A pag. 193 ED MONDO, la più poetica.
Il signor Ed Mondo scrive frasi e poesie
sui tovaglioli al bar della mia stazione.
Lui è un vagabondo con mille fantasie
ma ha perduto il filo della direzione
in cui i treni vanno e si scorda l’orario
preciso di un diretto o di un Regionale.
Il signor Ed Mondo abita sul binario
di doppi sensi in narrazione corale
fatta di pezzi di pizza e di cartacce
fuori dai bidoni della spazzatura.
Son storie di scorci di gambe e di facce
immagine passata, visione futura.
Ed Mondo, lui conosceva a menadito
il tempo dei treni, chè seguiva ogni via
sopra il tabellone, indicando col dito
al viaggiatore perduto dentro la follia.
Ecco qui ad esempio un suo appunto un po’ unto
uscito dal mio tovagliolo di carta:
“La stazione è il nostro vitale riassunto:
un passaggio prima che Morte riparta.”
A pag. 201 LA PALLA CON GLI OCCHI
La palla con gli occhi
del negozio di balocchi
occhieggia, è speranzosa
ma ancora no, non osa
balzar dallo scaffale
temendo di farsi male.
La palla con gli occhi
dice: “Io non ho sbocchi.
La vita qui è noiosa
ma fuori non é cosa…”
Osserva lungo il viale…
lacrima amara sale…
perché agli otto rintocchi
chiude il mondo di balocchi.
Nel silenzio della notte
le vetrine sono rotte.
Nello scempio della notte
la palla, un po’ per sfizio
viene presa a calci e pugni
uccisa con i suoi sogni.
Filastrocche scelte con cura in un registro stilistico originale e personalissimo (certo questi dettagli non sminuiscono il valore dell’opera che è notevole) filosofeggiando su svariati aspetti delle vicende umane, in un dettato limpido e preciso che si avvale del dono d’una penetrante forza di pensiero intriso di forti influenze junghiane (com’è, del resto, la formazione psicoanalitica di Valeria Bianchi Mian). Volume da leggere a poco a poco ed ovunque gustandone l’affascinante afflato poetico, descrittivo e, se così si può denominare, poliedrico.
Libro assolutamente da non perdere.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Marco Galvagni, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.