Non sono mai stato una merce da banco. Il mio essere non è mai stato in vendita, il mio spirito non è un saldo di fine anno. E quando devio dalla rotta, la punizione arriva puntuale, salata, spesso esosa. Ma porto le mie croci, le mie vittorie e i miei naufragi, senza mai delegare a nessuno il peso della mia esistenza.
Ci sono mattine in cui sbatto contro portoni già chiusi, con la rabbia che tuona nel vuoto. Altre, in cui il passo si fa felpato, la porta si chiude piano, e l’uscita di scena è discreta, per non disturbare la quiete.
Chiunque io sia stato, chiunque io sia ora, chiunque io diventerò, non sarò mai l’eco della massa. La mia ribellione affonda le radici in un tempo remoto: forse una scheggia impazzita nel mio codice genetico, forse un’antica devianza. Oggi la celebro. Ne sono fiero.
Mentre la società si getta in una dissoluzione senza precedenti, io mi scopro sempre più orgoglioso di essere un’anomalia, un’increspatura nella massa uniforme. Le pecore con le pecore. I lupi con i lupi.
Non cercatemi nei mercati, tra le bancarelle dell’ovvio.
La mia casa è tra i ruderi, in cima a una montagna solitaria, dove la neve resiste anche d’estate.
In culo al mondo!
@ottobre2025
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