All'alba mi ridestai
nel vasto giorno senza tristezze,
col dono della grazia attesa
accanto, rotondo sortilegio
in sembianze care e dormiveglia.
Accoglieva i miei timori,
le ansia consegnate alla terra,
le mani giunte, gli occhi di brace,
la più amata donna amata,
la sua natura rosa la bocca
cremisi nel sorriso e
un gemito come campana
che vibra di preghiera.
Oltre gli alberi del bosco,
dove vigila la forza delle foglie
e dove il torrente corre le sue rive
per incontrare il dio dell'acqua viva
prima che la magnolia sbocci
nel suo fiore d'avorio odoroso
per scansare la morte nell'onore
di un arrocco al suo profumo,
bruciano le mie geometrie
alle ipoteche del futuro
misurato con lo slancio che mi assale
sulla spiaggia delle nostre corse
per i nostri baci fervidi, al ricordo.
Una lesione frattura il presente
da quel tempo assente.
Ma s'avvinghia adesso,
nel profondo del sangue,
la sua voce che consola,
la gloria del desiderio
appagato nei gesti svelati,
l'amore confessato,
per rinascere senza dolore
nel mistero della luce chiara
e ritrovarci amanti nell'eterno
infinito senza ritorno.
*