Il tuo cuore lo prendo per me
indipendentemente che tu lo voglia o no
per il resto fa quello che ti pare
non sarai mai la mia ragione per morire
io provo tutto e basta
quando perdo conoscenza di me
e mi ricordo di tutti gli altri che sono stato
poco alla volta, da una pulsione diversa, un gesto
che non mi riconosco
e attraverso la materia di cui ammiro i trucchi
e condivido i vuoti in frantumi
per raggiungere la forma delle nuvole
quanto a latitudine del pensiero
pieghevole su se stesso
fino a passare attraverso la cruna di un ago
o un buco nero o viceversa
diventare immenso che non esiste universo
che lo contenga.
Allora sono tutto e non mi serve di sapere altro
è il mio momento di creare
ma posso anche restare fermo
e vedere le mie nuvole passare
di quando le guardammo insieme
sdraiati sul prato del parco fluviale
e non sapevamo ancora di essere immortali
e il tempo ci rendeva schiavi di noi stessi
in parti uguali.
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