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Bla, bla, bla … la mia prossima cena dei cretini

Argomento: Politica

Saggio di Gio-Ma 

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Pubblicato il 26/09/2018 17:29:20

Bla, bla, bla … ‘la mia prossima cena dei cretini’.

Siete tutti invitati, sì dico a voi, quelli di destra, di centro e di sinistra. I posti come vedete sono già assegnati. La cena si tiene al Consiglio d’Europa dove il bla,bla,bla dei presenti fa solo rumore, ma guai a criticarli (1) …

“Il furore identitario e le sue contraddizioni. L’annosa questione della distinzione fra legittima critica e offesa si ripresenta oggi ulteriormente rafforzata dal furore che aleggia nelle nostre società, secondo il quale le ‘identità’ – etniche, culturali, religiose, sessuali e chi più ne ha più ne metta – dovrebbero essere immuni da critica perché altrimenti si rischia di offendere la sensibilità altrui. Il che si traduce inevitabilmente in una forma di censura (e di autocensura). Perché ciascuno ha la propria di sensibilità e per non offendere quella di nessuno non possiamo che tacere. A tutto questo si contrappone la becera reazione da destra che accusa coloro che non ne accettano la narrazione xenofoba di ‘moralismo’ e di ‘buonismo’. I tempi sono dunque duri per la satira, come ci racconta Gérard Biard – una firma di punta di Charlie Hebdo”. (2)

E nient’altro? – chiede qualcuno dallo scranno più alto cui da bambino hanno dimenticato di abbottonargli le orecchie e che adesso, solo perché nominato, pensa di poter prendere il volo, e quindi di v(i)olare il rispetto degli altri. Oh, ce ne sarebbe ben da aggiungere, perché più spesso il rumore diventa baccano e nella bolgia dei detrattori (fic) e degli adulatori (doc), tutti pensano di avere in mano le chiavi per la risoluzione di ogni problema …

“Il politicamente corretto oppio della sinistra. La sbornia politicamente corretta che ha travolto la sinistra ormai da diversi decenni sta vivendo negli ultimi tempi – grazie al revival dei movimenti identitari – una stagione di nuovi eccessi. Con acrobazie (il)logiche degne dei migliori trapezisti, si è giunti ormai alla riscoperta ‘progressista’ della censura, immunizzando in primis, in nome del rispetto, le superstizioni venerabili e storiche dalle critiche rivolte a dogmi santi profeti e altri Dii, per bordeggiare infine le sontuosità beghine della sessuofobia – come scrive Paolo Flores d’Arcais”. (3)

Figurarsi, non che lo decidiamo noi, ce ‘lo chiede l’Europa!’, ‘lo dice l’Europa!’, ce l’obbliga l’Europa!’ affermano in molti. Sembra di sentirli quando in nome del Consiglio fanno ‘orecchie da mercante’ accettando ‘questo e quello’ pur di non assumersi le proprie responsabilità e vanno oltre. E l’Italia che dice? – chiede il cretino di turno, quando, al dunque, il punto interrogativo (?) dovrebbe ben essere trasformato in esclamativo (!), anzi affermativo di ‘e sti cazzi?!’ (così detto alla romana). Ma come si sa un’esclamazione siffatta trova la sua coloristica asserzione nel ‘nero’ che sta sempre bene con tutto …

“La dittatura del politicamente corretto: una rassegna. Come avvenuto nel lontano XVI secolo Daniele da Volterra si guadagnò l’appellativo di Braghettone per aver coperto, a seguito delle disposizioni del Concilio Tridentino, i nudi di Michelangelo nella Cappella Sistina. Sono passati cinquecento anni e il ‘politicamente corretto’ – nato in risposta all’egemonia culturale, linguistica, politica del maschio bianco occidentale – si è trasformato in una mannaia da abbattere sulla libertà di espressione. Sotto i suoi colpi cadono classici della letteratura, capolavori dell’arte, opere liriche, film e persino cartoni animati. Una rassegna (non esaustiva) dei casi più eclatanti degli ultimi anni”. Parola di Ingrid Colanicchia. (4)

Infatti il colore nero come le sue 50 sfumature è quello più affermato in ambito consiliare.Tant’è che ogni riunione anziché dover essere conviviale sembra piuttosto un funerale. Lascio a voi scegliere di quale categoria, indubbiamente quella più infima, in cui nessuno dei cretini trova la sua sfumatura più adatta. C’è sempre chi fa le scarpe all’altro, i cosiddetti ‘fic’ che pensano di ficcarlo nel c… degli altri; come anche chi all’uscita si scambia l’abito con altri, i cosiddetti ‘doc’ (d’origine in-controllata) che fanno il doppio-gioco. Peccato che il doppio-petto non sia più di moda altrimenti sarebbero stati capaci di entrare in due nello stesso abito. Ma questo capita solo nel Parlamento Italiano, dove a vestire lo stesso abito sono addirittura in tre …

“La caccia alle streghe e la certezza del diritto. Il principio fondamentale su cui si basa il nostro sistema penale è che i reati debbano essere provati. Non è, e non può essere, dunque sufficiente il ‘vissuto’ della vittima, che invece nelle vicende che hanno al centro la questione molestie spesso si pretende costituisca una ‘prova’. Con pericolo per la certezza del diritto, oltre che per le relazioni fra i sessi, diventate oltremodo complicate. Ed è curioso che l’ondata di puritanesimo e caccia alle streghe che si sta rapidamente diffondendo in Europa provenga da quegli Stati Uniti che negli anni Sessanta sono stati il luogo della libertà per eccellenza. Nei cui campus oggi si prova a censurare perfino Ovidio e dove anche un gentile complimento viene considerato una molestia”. Parola di Eva Cantarella (5).

Uno dei quali sicuramente porta ’il cavallo dei pantaloni’ mentre gli altri due vestono le ‘maniche della giacca’ e, non c’è che ridire, quello seduto al centro non è il signor nessuno di cui si è già parlato, bensì colui che si crede il ‘furbetto’ della situazione. Il quale non sa che il ‘cavallo dei pantaloni’ fatto per uno, se vi entrano in due si rischia di schiacciarsi le palle. Hai voglia poi a gridare e chiedere l’aiuto di ‘papà’, il deus ex-macchina, che ha aggiunto al suo curriculum una dentiera così sfavillante (e fin troppo stretta per la sua bocca vorace) da far invidia alle stelle. Lui, quello lì, ti ascolterà solo se rientrerà nei suoi interessi, se nell’economia generale dei suoi affari vedrà un business in moneta altisonante, altro che fare l’interesse degli italiani che tu (figliol prodigo) furbetto/cretino tanto blateri al vento …

“Genesi, sviluppi e derive di un’ideologia americana. In un paese come l’Italia in cui un ministro leghista solo qualche anno fa definiva gli africani ‘bingo bongo’, non c’è proprio da avere paura dell’egemonia del politicamente corretto. Che invece spopola nelle università americane, dove d’altronde è nato decenni fa, producendo esiti spesso paradossali che riguardano soprattutto le facoltà umanistiche. In alcuni dipartimenti ormai l’ideologia regna sovrana: chiunque pensi che ci siano solo due sessi è un nemico del popolo che va ostracizzato, mentre chi ritiene che Shakespeare valga comunque una lettura se si studia letteratura inglese non è altro che un bianco imperialista. Un approccio che – lungi dal servire la causa dell’apertura dei canoni tradizionali – si traduce in chiusura identitaria e annullamento dello spirito critico”. Lo dice Gloria Origgi (6)

Anche perché l’Europa tutta non si regge sull’interesse beneficiario dei popoli che la costituiscono, bensì sugli interessi economici dei singoli stati che la gestiscono e che, guarda caso, noi italiani rappresentiamo l’ultima ruota del carro. Hai voglia di vestire in’gessato’ con la cravatta acquistata all’ultimo momento sul carrettino e in ogni caso sbagliata, perché il cretino si riconosce comunque, rientra in quel detto (diciamocelo): ‘culo che non ha mai visto camicia la sporca di merda’. E in Europa, poiché abbiamo fatto entrare di tutto e di più, anche a detta dei francesi di ‘merd’ ce n’è in abbondanza. Così come a detta dei tedeschi di ‘Scheiße’ ce n’è ad oltranza. C’è indubbiamente un bisogno estremo di normalità, la natura vuole in fondo che defecare avvenga allo stesso modo per tutti (e non mi spingo oltre) …

“Natura e normalità (ovvero il #MeToo ai tempi dei trogloditi-fieri-di-esserlo). La campagna #MeToo – con tutti i limiti di un movimento che ruota attorno a un hashtag – è sicuramente una nuova tappa della lotta e della riflessione sulla questione femminile. Ma essa pone anche una questione maschile, che invece è pressoché assente dal dibattito, come se la condizione degli uomini fosse assodata, pacifica, determinata. E invece vediamo maschi nervosi, fragili, frustrati, e dunque aggressivi e prepotenti, e diciamo: ‘Ma sì, i maschi fanno così’. Con un appello a una presunta ‘natura’ che, oltre a essere totalmente infondato, è solo una foglia di fico per il nostro cinismo. È così, lo ha detto e scritto Telmo Pievani (7), e io lo ribadisco.

Anche per questo alla mia annunciata ‘cena dei cretini’ che si terrà al prossimo Consiglio d’Europa sapete già quale prelibatezza aspetta tutti quanti noi: ‘un piatto di stronzi fumanti’, anche perché alla fin fine ‘anche i cattivi riposano, gli stronzi mai’. O almeno, fino al prossimo sentenzioso bla, bla, bla.


Note:
(1) in MicroMega 6/2018 diretto da Paolo Flores d’Arcais: “Contro il politicamente corretto”. Un vero e proprio ‘manifesto’ contro il politicamente corretto, il nuovo numero in edicola, libreria, ebook e iPad da giovedì 27 settembre.
(2) in MicroMega 6/2018: “Il furore identitario e le sue contraddizioni” di Gérard Biard – una firma di punta di Charlie Hebdo.
(3) in ‘LA LINEA GENERALE’ - MicroMega 6/2018 di Paolo Flores d’Arcais – “Il politicamente corretto oppio della sinistra”.
(4) in ‘ICEBERG 1’ – libera offesa in libero Stato - MicroMega 6/2018
Ingrid Colanicchia – “La dittatura del politicamente corretto: una rassegna”.
(5) in MicroMega 6/2018: Eva Cantarella – “La caccia alle streghe e la certezza del diritto”.
(6) in MicroMega 6/2018: Gloria Origgi – “Genesi, sviluppi e derive di un’ideologia americana”.
(7) in MicroMega 6/2018: Telmo Pievani – “Natura e normalità” (ovvero il #MeToo ai tempi dei trogloditi-fieri-di-esserlo).

In collaborazione con redazione@micromega.net newsletter.



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