Pubblicato il 06/07/2015 12:27:43
Bramosia Alitate le tue parole sul mio cuore stendo e spalmo come fosse marmellata al sapore di natale. Mi vergogno intanto ad ambire, tosto, al tuo corpo eburneo che non cela certo le sue sinuosità; miele da immagazzinare nel favo del mio cuore. Allora devio un attimo il pensiero e navigo quel corpo stupefacente e come fossi un cieco, con le mani tocco e ritocco la tua geografia, senza latitudini, sino ad intuire i tuoi umori. Adesso vibrare avverto le tue membra e come treccia, i nostri corpi ormai legati, sudano amore da offrire a non più candide lenzuola. Non mi vergogno più! Luciano Capaldo 03 luglio ‘15
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