C'ERA UNA VOLTA
Da piccolo ho giocato con i birilli
e frequentato l'asilo delle suore
ho sentito lo stridulio dei grilli
nelle vigne con i giliegi in fiore;
ho ammirato libellule e farfalle
dalle tinte verdi, scarlatte e gialle
ed ho sentito gracidar le rane
negli stagni, tra canne di bambù.
Ho ascoltato il frusciar delle serpi
confuse tra roveti e vecchi sterpi
e sentii melodie di canti eterni
uscir gioiose dal becco dei merli.
Poi vidi l'uomo in veste di velluto
sparare tronfio a lepri e fagiani
mentre i pastori al suono del liuto
scendean dai monti con pecore e cani.
Cigolavano i carri pien di strame
e 'l mercato sembrava Samarcanda
nella neve cresceva il nostro pane,
ma quando a suonar era la banda
le lucciole accendevano le sere
e 'l volgo s'affacciava alle ringhiere;
sbocciavano gli amori con le rose
e le oche starnazzavano festose.
S'intingeva la penna nell'inchiostro
e pei vicoli urlava lo stagnino
la nonna declamava il Padre Nostro
e si giocava a sciangai e a nascondino.
Sbuffava il treno gonfio di vapore,
scartocciavamo le pannocchie bionde,
la notte luccicava di splendore
nella quiete col sonno delle fronde;
ma il dolce silenzio di quelle notti
rotto soltanto dal canto del cucù,
ora stride con la stagion dei botti
di un mondo che ha perduto ogni virtù.
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