Oh Dio, dio minore dei decessi che non vanno in televisione
ma all'ombra dei cipressi intagliano il loro nome
torna la vampa, il pensiero che trasluce
-la loro voce non deve per forza dirmi qualcosa
riproduco quei suoni o gli porgo attenzione?-
Prendimi se hai il coraggio, forgiami nel fuoco a tuo tizzone
scalderò l'aria nei polmoni a mia completa combustione.
La pioggia che cade in aghi sottili mi consola le vene
di più affilate lame.
Lo spazio aperto purchè vuoto.
La comprensione di me stesso.
L'adagio sedotto:
non mi abbandono al disagio.
Combatto scrivendo, mi passo attraverso.
Chi mi può capire?
A chi devono arrivare queste parole?
Le leggerò domani e mi faranno vomitare
e non avrò voglia di alzarmi dal letto
ma forse quello che serve è solo amore.
Come ci parlo con la testa che mi scoppia?
Come faccio a sembrare una persona normale?
Vuoto il sacco, sono matto (schizofrenico), le dico
senza mai guardarla in volto
conduco e respingo degli assalti interni lunghi mille anni
nel giro di un secondo
mi scuserai se non sbatto le palpebre o troppo spesso chiudo gli occhi
se risulto impaziente di tornare a stare da solo.
Cristosanto stavo bene, adesso sono in croce di nuovo
e mi bruciano sul rogo.
Faccio esercizio di dominio su dei pensieri che mi sfuggono.
Che sfuggono alla mia volontà, questo tecnicamente è quello che faccio
che mi tiene impegnato e mi rende inabile a volte alla conduzione
di un quieto vivere.
Da fuori che si vede?
Secondo me è dovuto anche ad un travaso dell'inconscio
causato da un cronico insalubre rapporto sonno-veglia.
Forse è meglio che tenti di dormire.
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